Allarme lupi, Marcello (FdI): “Serve un piano straordinario, basta scaricare colpe sul Governo”

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia denuncia i crescenti attacchi nell’entroterra riminese e chiede un piano straordinario

A cura di Riccardo Giannini Redazione
12 settembre 2025 11:51
Allarme lupi, Marcello (FdI): “Serve un piano straordinario, basta scaricare colpe sul Governo” - Lupi (Foto repertorio)
Lupi (Foto repertorio)
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Cresce la preoccupazione in provincia di Rimini per gli attacchi dei lupi, sempre più frequenti non solo in aree rurali ma anche all’interno dei giardini delle abitazioni private. A denunciarlo è Nicola Marcello, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che richiama episodi segnalati in diverse zone del territorio – dal canale deviatore del Marecchia a Vergiano, Padulli e Santa Cristina – dove sarebbero stati avvistati anche branchi fino a cinque esemplari.

“Gli agricoltori e le famiglie – spiega Marcello – si sentono abbandonati dalle istituzioni. Non bastano più recinzioni, cani da guardiania o indennizzi tardivi: servono misure concrete e immediate”.

Il consigliere ricorda che, dopo la recente direttiva europea che ha declassato il lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”, il Governo Meloni ha già autorizzato quote di abbattimento in deroga, con l’Emilia-Romagna che potrà intervenire su 9-15 esemplari. “Altro che immobilismo: dal febbraio scorso Ispra ha dato alle Regioni strumenti e numeri per agire, come già avviene in Trentino e Toscana. È la Regione ora a dover assumersi le proprie responsabilità”.

Marcello annuncia quindi una risoluzione urgente in Assemblea legislativa per chiedere un monitoraggio capillare sul territorio riminese, l’adozione di sistemi di protezione avanzati, contributi per i cani da guardia, tempi rapidi per gli indennizzi e l’apertura di un tavolo permanente tra enti locali, agricoltori e Ministeri competenti.

“La convivenza tra uomo e fauna selvatica è un tema complesso – conclude – ma non possiamo accettare che a pagare siano sempre gli allevatori, gli agricoltori e le famiglie dell’entroterra. Ora servono azioni, non ideologie”.

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