McDonald's sotto accusa: sciopero nazionale e protesta alla convention di Rimini

I sindacati: "Continueremo a mobilitarci finché McDonald's non riconoscerà un contratto integrativo ai propri dipendenti

A cura di Redazione
05 maggio 2025 17:05
McDonald's sotto accusa: sciopero nazionale e protesta alla convention di Rimini - Foto di repertorio
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I lavoratori di McDonalds sciopereranno mercoledì 7 maggio sul contratto integrativo. Lo fanno sapere i sindacati del commercio di Cgil, Cisl e Uil, Filcams, Fisascat e Uiltucs.

Come riporta l’Ansa, i sindacati hanno anche organizzato alle 14:30 un presidio davanti al Palacongressi di Rimini in concomitanza con la convention annuale organizzata da McDonald’s Development Italy, alla quale parteciperanno i 170 licenziatari del marchio presenti sul territorio italiano. Nel corso dell’iniziativa è previsto anche un flash mob promosso dalle tre organizzazioni sindacali. I lavoratori diretti di McDonald’s sono oltre 4mila mentre quelli impiegati dai licenziatari sono circa 31mila. I locali nel complesso sono 740, dei quali 60 a gestione diretta.

“La mobilitazione – si legge – vuole denunciare il persistente rifiuto della multinazionale e di parte dei licenziatari ad avviare un tavolo di confronto per la sottoscrizione di un contratto integrativo aziendale di gruppo, richiesto da tempo dalle organizzazioni sindacali a livello nazionale e territoriale. Un contratto di secondo livello – come previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Ristorazione sottoscritto e rinnovato il 5 giugno 2024 – è fondamentale per riconoscere condizioni di miglior favore sul piano economico e normativo da applicare agli oltre 4.000 dipendenti della McDonald’s Company e dei circa 31.000 lavoratori impiegati nei punti vendita in franchising”.

“La mobilitazione – affermano Filcams, Fisascat e Uiltucs – continuerà finché McDonald’s non riconoscerà ai propri dipendenti la dignità e il rispetto che meritano, accettando di aprire un tavolo negoziale per definire un contratto integrativo aziendale, così come già avviene con altri grandi operatori della ristorazione nel nostro Paese”.

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