Morto il “killer del lago”: Dritan Demiraj era ricoverato in stato vegetativo

Condannato all’ergastolo per il duplice omicidio della ex e del suo nuovo compagno

Dritan Demiraj, il “killer del lago Azzurro”, è deceduto giovedì scorso nel reparto Geriatria dell’ospedale di Parma, dopo otto anni di ricovero in uno stato vegetativo. Era stato condannato all’ergastolo per un duplice omicidio: quello di Silvio Mannina, che aveva torturato e ucciso la sera del 28 febbraio del 2014, dopo averlo attirato in una trappola a Rimini con la complicità dell’amante Monica Sanchi. E quello dell’ex compagna e madre dei suoi figli, Lidia Nusdorfi, massacrata il giorno seguente con 11 coltellate nel sottopasso della stazione di Mozzate, nel Comasco.

Le vittime sono state uccise in modo efferato, coinvolgendo anche lo zio Sadik Dine. La vita di Demiraj ha preso una svolta ancora più oscura nel 2016, quando è finito in coma a seguito di una brutale aggressione da parte di un ex pugile rumeno mentre era detenuto nel carcere di Parma. Le sue condizioni, divenute irreversibili, hanno portato alla sua dichiarazione di incapacità di intendere e volere nel 2017, con conseguente liberazione in base alla riforma Orlando. Monica Sanchi, sua complice, condannata a 30 anni di carcere per il suo coinvolgimento negli omicidi, è deceduta a causa di una neoplasia, mentre lo zio Sadik Dine è tutt’ora detenuto in carcere.

L’avvocato di Demiraj, Massimiliano Orrù, conferma che ora, per i familiari, si aprirà l’iter giudiziario per il risarcimento subito per il pestaggio di cui è stato vittima il loro parente, un’aggressione avvenuta in carcere.

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