Federico Nanni e Gabriele Aiudi sono due novafeltriesi doc che si sono dedicati alla scrittura, con due libri che hanno suscitato grande interesse nella comunità novafeltriese. Le loro opere, “Paese mio” di Nanni e “Il ponte scucito” di Aiudi, sono protagoniste della rassegna “Parola d’autore”, in programma al teatro sociale di Novafeltria venerdì 15 e 22 settembre, a partire dalle 21.
“Paese mio” sarà al centro del primo appuntamento, con l’autore che dialogherà con Elena Vannoni, vicesindaca del Comune di Novafeltria. La presentazione del volume, uscito qualche settimana fa, sarà arricchita dalla musica dal vivo di Maria Teresa Sgambato, di Ferruccio Fraternali e di Gabriele Aiudi, che oltre a essere scrittore è anche un valido musicista.
“Paese mio” è un viaggio nei ricordi dell’autore, nato nel 1964, ma è anche un libro che racconta Novafeltria e tanti personaggi iconici, quali il commerciante Giovannino Tomei e il parroco Don Armando Evangelisti , senza dimenticare ovviamente Ivan Graziani. Il carnevale in piazza, il cinema Metropol, gli anni in cui il Paese divenne a sua volta un set cinematografico grazie a “Il frullo del passero” e altri film da riscoprire. La Novafeltria di fine anni ’60 e dei decenni successivi raccontate in maniera coinvolgente, in quanto i ricordi dell’autore si mescolano inevitabilmente a quelli del lettore, senza però cedere a facili nostalgismi.
“Il ponte scucito” invece sarà protagonista del secondo appuntamento. L’autore Aiudi dialogherà con la giornalista e scrittrice Rita Giannini. L’intrattenimento musicale sarà a cura di Mauro Menghini.
Con “Il ponte scucito” il salto nel tempo abbraccia gli anni ’40, ’50 e ’60: Aiudi racconta la storia della propria famiglia, focalizzandosi in particolare sulla madre Silvana, che nel dopoguerra aprì il primo atelier di sartoria della zona, e lo fa in un libro emozionante, commovente, di forte presa sul lettore, che inevitabilmente finisce per aprire i propri cassetti della memoria e ricordare i tempi dell’adolescenza.
La rassegna “Parola d’autore” sarà così la giusta vetrina per riscoprire (o scoprire) due libri che nascono come racconti autobiografici, ma che hanno saputo raccontare decenni di storia di Novafeltria, e soprattutto far rivivere e ricreare atmosfere della Novafeltria che fu, in un momento storico come quello attuale in cui i novafeltriesi si sono scoperti un po’ meno spensierati e un po’ più infelici.
ric. gia.