“Non si può morire per lavorare”: cordoglio e rabbia dopo la tragedia di San Giovanni

I sindacati sulla morte dell'operaio pesarese: "Il bilancio del territorio in quanto a sicurezza sul lavoro è drammatico"

A cura di Redazione
20 ottobre 2025 17:08
“Non si può morire per lavorare”: cordoglio e rabbia dopo la tragedia di San Giovanni -
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Il grave incidente sul lavoro di questa mattina, dove un operaio ha perso la vita a San Giovanni in Marignano (leggi la notizia), ha scosso profondamente la comunità locale. La dinamica è ancora al vaglio delle autorità competenti, ma l’episodio ha già scaturito una forte reazione da parte delle organizzazioni sindacali della Provincia di Rimini.

Cgil, Cisl e Uil hanno espresso profondo cordoglio per la vittima e vicinanza alla sua famiglia, sottolineando con fermezza che “non si può e non si deve morire per lavorare”. Le sigle confederali denunciano l’ennesima morte sul lavoro come sintomo di una crisi sistemica nella gestione della sicurezza nei luoghi produttivi.

Secondo i dati diffusi, nei primi otto mesi del 2025 la Provincia di Rimini ha registrato 3.475 denunce di infortunio, un numero definito “impressionante” dai sindacati, che evidenziano anche l’aumento delle malattie professionali. Questi numeri, affermano, dimostrano che la sicurezza non è ancora parte integrante dei modelli organizzativi aziendali, ma viene spesso trattata come un obbligo formale, facilmente aggirabile.

Le organizzazioni sindacali chiedono un intervento deciso da parte delle istituzioni locali e degli enti preposti, come l’Ausl e l’Ispettorato del Lavoro, affinché venga garantita una presenza capillare sul territorio e vengano intensificati i controlli, soprattutto nei settori più esposti al rischio. Viene inoltre ribadita l’importanza di una formazione continua e certificata per lavoratori e datori di lavoro, che non si limiti a un adempimento burocratico.

“La sicurezza non è un costo, ma un investimento sulla vita”, dichiarano CGIL, CISL e UIL, rivolgendosi direttamente alle imprese con un appello affinché rispettino pienamente le normative e promuovano una cultura aziendale che metta al centro la tutela della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori. La responsabilità sociale, sottolineano, non può essere subordinata a logiche di massimo ribasso o a ritmi produttivi frenetici.

In questo contesto, i sindacati ritengono indispensabile la convocazione immediata di un Tavolo Territoriale sulla Sicurezza, previsto dal Patto per il Lavoro e il Clima Regionale. L’obiettivo è quello di superare la fase di semplice monitoraggio e avviare un piano straordinario di intervento, con azioni concrete e tempestive sui luoghi di lavoro.

Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Prefettura di Rimini, alla Provincia e agli Enti Locali di assumersi la responsabilità di convocare il Tavolo, trasformando il cordoglio in un impegno operativo e coordinato. La tragedia di oggi, concludono, deve rappresentare un punto di svolta: non è più accettabile che il lavoro continui a essere fonte di morte.

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