Nuova Marecchiese, il fronte del no: "Sindaci rimasti agli anni '70, sarà una cattedrale nel deserto"
Nuova Marecchiese, associazioni ambientaliste e culturali all'attacco

Associazioni ambientaliste e culturali contro il progetto della nuova Marecchiese: in una nota Comitato Gioconda Valmarecchia, WWF Rimini, Legambiente Valmarecchia, Fondazione Cetacea, Italia Nostra Rimini e DNA Rimini chiedono un confronto “serio” sulla viabilità e mobilità, tralasciando “insensate proposte” e sviluppando invece “soluzioni economicamente fattibili e compatibili con la necessità di non devastare ambiente e paesaggio della Valmarecchia”.
Le associazioni si pongono sul fronte opposto a quello dei sindaci del comitato Valmarecchia Futura: “Siamo contrari alla volontà di asfaltare la vallata, i sindaci dovrebbero ascoltare e rappresentare tutti i loro cittadini, non farsi portavoce di un singolo comitato all’arrogante grido di Dateci strada”.
Alle associazioni non è piaciuta l’uscita di scena dell’architetto Preger: “Prima hanno voluto (i sindaci, n.d.r.) uno studio ed un tecnico di prestigio per affrontare i problemi della viabilità, in accordo con la Provincia, ma siccome i risultati raggiunti dallo studio non erano in linea con le aspettative di sindaci e comitato, senza neppure discutere delle proposte avanzate e di come poterle attuare, cancellano tutto e ritornano con l’ipotesi di un nuovo tracciato, del tutto alternativo”.
Le associazioni chiedono che il progetto Preger sia discusso e valutato dai sindaci e dalla cittadinanza e dubitano sui 500 milioni di euro promessi dal Governo: “Non risulta nulla di scritto e l’Anas scende in campo solo quando c’è una copertura finanziaria firmata”. Ma anche se ci fossero, i 500 milioni, non sarebbero probabilmente sufficienti, ipotizzano: “Da Ponte Messa a Rimini ci sono 44,8 km, non può essere un tragitto dritto come una spada, ci saranno espropriazioni, cavalcavia, gallerie”.
Così, argomentano, i costi di realizzazione, quantificati in 15 milioni a km, salirebbero a 672 milioni solo per il tratto Ponte Messa- Rimini. E c’è il problema degli svincoli: “Quanti e soprattutto dove? La E-45 ne ha uno ogni 15 km. Pensiamo a uno svincolo in entrata e uscita, facciamo a Ponte Messa, e almeno altri due lungo il tragitto. Chi vive a Secchiano dovrà raggiungere lo svincolo più vicino, che magari potrebbe essere a Ponte Baffoni o a Pietracuta. Dove sta il risparmio di tempo?”.
Con uno svincolo per ogni centro, salirebbero i costi: “Ogni svincolo si mangia oltre che molto spazio al suolo anche km”.
“Dopo anni di lavori e inevitabili interruzioni – evidenziano – avremo anche noi tra 20 anni una cattedrale nel deserto, in una valle devastata“.
Così le associazioni ribadiscono la loro richiesta di esaminare pubblicamente il progetto Preger, con un nuovo attacco ai sindaci: “Certo il pericolo non è la strada, il pericolo sono gli amministratori che parlano di sviluppo e hanno i pensieri avvolti nella Domenica del Corriere del 1972”.