Ogni pietra racconta qualcosa di incredibile | La Rocca di Maiolo e sue leggende mai narrate
Scopri la Rocca di Maiolo (Rimini): tra frane catastrofiche e il leggendario “ballo angelico”, un castello medievale tutto da esplorare.

Nel suggestivo entroterra riminese, sorge un castello in rovina carico di storia millenaria, catastrofi naturali e leggendarie punizioni divine: la Rocca di Maiolo. Questo imponente rudere, arroccato sulla rupe di Maiolo, conserva le tracce di un passato strategico e tormentato, offrendo al visitatore un’esperienza ricca di fascino e mistero.
Un baluardo medievale stretto tra Malatesta e Montefeltro
Le prime notizie sulla Rocca di Maiolo risalgono al 1181, quando il castello, conteso tra le potenti famiglie dei Malatesta e dei Montefeltro, esercitava un ruolo difensivo di primaria importanza. Le fonti documentano che nel 1647 un fulmine colpì la polveriera causando un’esplosione che danneggiò parte delle mura, indebolendo la struttura. Nonostante ciò, la rocca rimase un baluardo inespugnabile fino al fatidico maggio del 1700.
La frana devastante e la leggenda del “ballo angelico”
Tra il 29 e 30 maggio 1700, una pioggia ininterrotta per quasi due giorni saturò le rocce argillose della rupe, provocando una rovinosa frana che spazzò via borgo e fortezza. Le cronache parlano di un fulmine premonitore, ma è la leggenda del “ballo angelico” – una notte di trasgressione durante il mese mariano – ad aver infuso alla tragedia un’aura di punizione divina, arricchendo il racconto popolare di elementi mistici e simbolici.
Un trekking tra calanchi e ruderi
Oggi la Rocca di Maioletto è una meta imperdibile per appassionati di trekking: due sentieri – uno più breve da Chiesa di Maiolo, l’altro da Sant’Apollinare – conducono alla rupe, attraversando calanchi e boschi secolari. I resti visibili includono tratti di mura, due torrioni e un panorama mozzafiato sulla Valmarecchia e la vicina fortezza di San Leo.
Curiosità
Pochi sanno che il nome del borgo sottostante cambiò da Maiolo a Maiùl in dialetto e infine a Maiolo, in memoria dell’antico paese distrutto: un toponimo che custodisce l’eco della frana e di quella notte leggendaria disponendo tra voce popolare e realtà distruttiva.