Oltre 50 tartarughe spiaggiate nel mare Adriatico: allarme per la sindrome della tartaruga debilitata

Le tartarughe sono state prese in consegna dai Centri di Recupero della Fondazione Cetacea, compreso quello riccionese

A cura di Redazione
17 agosto 2025 08:41
Oltre 50 tartarughe spiaggiate nel mare Adriatico: allarme per la sindrome della tartaruga debilitata -
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Secondo una stima della Fondazione Cetacea, da metà giugno ad oggi sono oltre 50 le tartarughe marine di piccole e piccolissime dimensioni che si sono spiaggiate lungo la costa dell’Adriatico, con una maggiore concentrazione lungo le coste di Veneto, Emilia-Romagna e Istria. Le tartarughe, che misurano dai 10 ai 40 cm di carapace, sono arrivate ai Centri di Recupero in condizioni per lo più drammatiche, fortemente debilitate, anemiche e ricoperte di balani (epibionti detti anche "denti di cane").  I casi sono riconducibili alla sintomatologia della tartaruga affetta da Dts, un acronimo che in italiano sta per “sindrome della tartaruga debilitata”, che chiaramente ci dice molto degli effetti della patologia ma poco sulle cause: casi di tartarughe “affette da Dts” si verificano tutti gli anni, ma l’alto numero di quest’anno richiama l’episodio del 2009, quando furono soccorse 173 tartarughe in meno di due mesi.

Fondazione Cetacea e il gruppo del prof Marco Candela (Unità di Scienze e Tecnologie dei Microbioti dell’Università di Bologna) che da diversi anni collaborano nello studio del microbiota delle tartarughe e degli ecosistemi marini e costieri, per studiare le conseguenze della pressione antropica su di essi, stanno collaborando con diverse realtà lungo le due sponde dell’Adriatico per raccogliere il maggior numero di campioni e informazioni e per indagare il fenomeno in maniera complessa e multidisciplinare. Contemporaneamente i veterinari e le biologhe del Centro di Recupero Cura e Riabilitazione di Riccione si stanno confrontando con i colleghi degli altri Centri di Recupero sui casi clinici e i protocolli di cura applicati, e con gli Izs e l’Università di Camerino per le necroscopie degli esemplari deceduti. Una vera e propria task force multidisciplinare per comprendere il fenomeno e, per quanto possibile, intervenire sulle cause. 

 

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