di Riccardo Giannini
L’incontro di ieri sera (lunedì 25 settembre) al teatro sociale di Novafeltria sembra aver dato una risposta significativa alla comunità. Il dg dell’Ausl Carradori ha infatti rassicurato sul potenziamento della sanità in Alta Valmarecchia: il Centro di Assistenza Urgenza (CAU) si aggiungerà e non sostituirà il Punto di Primo Intervento dell’Ospedale di Novafeltria.
Nel pubblico dell’incontro non sono mancati i rappresentanti del comitato “Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria”, che da anni sono in prima linea per sollecitare la politica e le istituzioni sanitarie, facendosi portavoce delle necessità della comunità. E il parere sull’esito dell’incontro non sembra affatto positivo.
Per Livio Cursi, portavoce del comitato, l’assemblea di ieri può essere riassunta con l’espressione “Niente di nuovo sotto il sole“: “Quando il popolo si agita – evidenzia – è bene allentare la corda per poi ritirarla in un secondo tempo“.
“Questa – accusa Cursi – è la strategia che ci riserva l’Ausl Romagna da anni, iniziata con De Dorides, passando poi per l’istrionico Tonini e Carradori“.
Il comitato non si sente rassicurato e teme che l’obiettivo delle riforme sia quello di trasformare il Sacra Famiglia “in un grande ospedale di comunità, gestito da un medico di medicina generale per 5/6 ore al giorno e qualche infermiere”.
Il comitato cita il Decreto Balduzzi, il punto 9.1.5, che prevede una progressione scomparsa dei Punti di Primo Intervento, in quanto “nati come struttura provvisoria“, evidenzia Cursi.
Quindi le strade sono due: eliminarli e lasciare il Cau, o allestire un Pronto Soccorso. Il comitato teme che il piano dell’Ausl contempli la prima opzione. A meno che l’assessore regionale Donini faccia seguire ai fatti la disponibilità espressa ai rappresentanti del Pd di Novafeltria di sollecitare l’Ausl ad applicare al Sacra Famiglia il modello dell’ospedale di Pavullo sul Frignano, “dotato di un nuovo pronto soccorso con dotazioni tecnologiche innovative , una superfice ampliata , percorsi di accesso differenziati, sala radiologica dedicata“.
Il comitato invita quindi a non abbassare la guardia, per evitare di vedere l’Ospedale di Novafeltria diventare un grande ospedale di comunità: “destino che potrebbe essere fermato dalla opposizione di tutti i sindaci dell’Alta Valle con la contestuale richiesta alla Regione, di completare al più presto il progetto (del pronto soccorso, n.d.r.), perché, arrivi in tempi certi, sul tavolo del dr. Carradori per essere poi condiviso e realizzato”.
“Un progetto – si evidenzia – che non dovrebbe essere tanto difficile da licenziare visto che basterebbe fare un copia incolla di quello realizzato per l’Ospedale di Pavullo sul Frignano, inaugurato nel dicembre dell’anno scorso”.