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Ospedale di Novafeltria, il comitato: "Sparito l'anestesista. Presidio potenziato? Presa in giro"

Ospedale di Novafeltria, il comitato all'attacco sulla mancanza dell'anestesista e sulla conversione del Punto di Primo Intervento in Cau

A cura di Redazione
09 agosto 2023 09:57
Ospedale di Novafeltria, il comitato: "Sparito l'anestesista. Presidio potenziato? Presa in giro" - Alcuni rappresentanti del comitato in difesa dell'ospedale di Novafeltria
Alcuni rappresentanti del comitato in difesa dell'ospedale di Novafeltria
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Ospedale di Novafeltria, il locale comitato in difesa del Sacra Famiglia torna alla carica: “Parlavamo di smantellamento del nostro presidio e avevamo e abbiamo pienamente ragione”.

Da lunedì 7 agosto, scrive il comitato, “L’ospedale di Novafeltria si è trovato completamente sprovvisto della presenza dell’anestesista, nell’incredulità generale dei sanitari che non erano stati avvisati. L’Ausl ha deciso come se nulla fosse”.

La sala operatoria in queste settimane rimarrà chiusa, ma a prescindere, evidenzia il comitato, “la figura dell’anestesista ha più competenze: tanto è vero che la radiologia ha dovuto sospendere tutti gli appuntamenti per gli esami tac con contrasto”. “E chissà come sarà andata per le flebo di ferro nei poliambulatori o per le necessità dei pazienti in medicina e lungo degenza“, aggiunge il comitato, che chiede risposte alla direzione dell’Ausl, ma non “la risposta spesso utilizzata: tanto c’è il 118, che è una risposta assurda”.

Il comitato si chiede se “l’improvvisa e immotivata mancanza di un’anestesista”possa far emergere “una responsabilità penale per interruzione di pubblico servizio”. La preoccupazione è che un paziente possa arrivare con mezzi propri all’ospedale di Novafeltria ed essere in condizioni tali da necessitare dell’intervento dell’anestesista. Ma senza questa figura e con il 118 magari impegnato in strada, in un’operazione di soccorso, lo scenario sarebbe tragico.

Ospedale di Novafeltria, il comitato: “Lo vogliono trasformare in un ospedale di comunità”

Il comitato esprime nuovamente preoccupazione per la trasformazione dell’ospedale di Novafeltria in un ospedale di comunità. “E la finisca l’ Asl di prendere in giro l’ alta Valle continuando a scrivere che anzi il nostro presidio viene potenziato, parlando solo di servizi territoriali che nulla c’entrano con il funzionamento di un ospedale inserito in rete di emergenza-urgenza”.

Altra nota dolente sono i Centri di Assistenza Urgenza (Cau): il punto di Primo Intervento dell’ospedale di Novafeltria subirà questa conversione.“Ma la casa della salute era nata per contrastare gli accessi impropri ai pronto soccorso?”, si domanda il comitato. Eppure, ha evidenziato l’Ausl, “il 99% degli accessi al Punto di Primo Intervento dell’ospedale Sacra Famiglia (nel 2022 sono stati 8331 gli accessi complessivi) sono urgenze differibili”. Quindi la casa della salute non è riuscita a perseguire il proprio obiettivo, tanto da spingere l’Ausl a un’ulteriore riforma, anche se la nascita dei Cau nasce soprattutto per tamponare la carenza di medici impiegabili nei pronto soccorso.

Il comitato è fortemente contrario non all’istituzione dei Cau, che possono essere molti utili in ospedali vicini a quelli più ampi, dotati di pronto soccorso, non certo in quello di Novafeltria, che è la struttura al servizio di un’area territorialmente molto vasta.

La soluzione per il comitato è sempre la stessa: potenziare l’ospedale di Novafeltria come nosocomio al servizio di “area disagiata”, come da riconoscimento del vecchio decreto Balduzzi. Con un pronto soccorso e ovviamente un anestesista.

Il comitato continuerà la propria battaglia: “Siamo tutti allineati: politica, forze sociali e civiche, ma soprattutto il nostro lavoro continuerà nell’ informare i cittadini dello scempio che stiamo continuando a subire”.

Riccardo Giannini

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