Pagati 7000 Euro per un’operazione, ma i soldi finiscono a Bilbao: riminese cade in truffa informatica

Truffa a danno di un 46enne di Novafeltria, dopo un'operazione presso una clinica privata. "Spariti" 7000 euro

A cura di Redazione
03 luglio 2024 16:38
Pagati 7000 Euro per un’operazione, ma i soldi finiscono a Bilbao: riminese cade in truffa informatica - Foto di repertorio
Foto di repertorio
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Dopo essersi sottoposto a un’operazione in una clinica privata, ha pagato il prezzo pattuito di 7000 euro, ma i soldi sono finiti in un conto corrente a Bilbao.

È dunque caduto vittima di una truffa un 46enne di Novafeltria, che ha presentato denuncia a Carabinieri e Polizia Postale per fare luce sulla vicenda. Perché non è la solita truffa legata al fishing e all’appropriazione dei dati della carta di credito, ma un procedimento più elaborato, che fa pensare alla presenza di hacker abilissimi, entrati nel sistema gestionale della struttura sanitaria per confezionare la truffa in cui è caduto, suo malgrado, il 46enne, che ha voluto raccontare la vicenda attraverso il nostro portale Internet.

Lo scorso 18 maggio l’uomo si è sottoposto a operazione al tendine di Achille in una clinica privata, convenzionata con il sistema sanitario, situata nell’entroterra riminese. “Ho dovuto fare l’intervento a pagamento per accelerare i tempi: con il servizio sanitario avrei dovuto aspettare settembre, avrei perso il piede…”, rileva con amarezza il 46enne. Oltre al danno, anche la beffa, per lo sfortunato novafeltriese.

Il prezzo pattuito per l’intervento in day hospital, con dimissioni nel giorno dell’operazione, era di 7000 euro. Ma un imprevisto ha costretto il 46enne a rimanere ricoverato un giorno: inizialmente avrebbe dovuto effettuare il pagamento, rigorosamente con bonifico, prima delle dimissioni dalla struttura. Per questo aveva ricevuto un foglio stampato con tutte le informazioni e l’Iban della clinica, al fine di adempiere al pagamento. Si è così accordato con la segreteria della clinica per eseguire il bonifico successivamente, una volta informato dell’aggravio del prezzo a seguito del prolungarsi del ricovero. Tutto questo sarebbe dovuto avvenire entro tre giorni.

E invece si è arrivati al 29 maggio: il 46enne è stato contattato dalla segretaria del professore che aveva eseguito l’operazione, per avere lumi sul pagamento. Dopo uno scambio di telefonate, tutto era pronto per il pagamento: la somma era rimasta quella iniziale, 7000 euro.

A quel punto però il malcapitato ha ricevuto un’e-mail preparata ad arte, con dati che effettivamente un truffatore non avrebbe mai potuto conoscere, e con tempistiche praticamente perfette. L’indirizzo dal quale è partita l’e-mail, poi è stato appurato, differiva leggermente da quella della clinica.

L’indirizzo era leggermente diverso, da quello ufficiale, purtroppo a volte è impossibile verificare gli indirizzi mail completi“, evidenzia il 46enne, che ha effettuato il pagamento su un secondo Iban, quello riportato nella e-mail, che poi è risultato collegato a un conto corrente presso un istituto di credito di Bilbao, in Spagna.

Ma a togliere sospetti al novafeltriese anche lo scambio di e-mail con il truffatore, in cui si chiedeva, a seguito dell’invio della disposizione del bonifico, la cartella clinica e la fattura. Non c’erano frasi, in quella conversazione informatica, che facessero pensare alla presenza, dall’altra parte dello schermo, di un abile truffatore.

I problemi sono emersi qualche giorno dopo: il 7 giugno la segreteria del chirurgo ha contattato il 46enne richiedendo il pagamento, ottenendo in risposta la ricevuta del bonifico, mentre pochi giorni dopo a farsi avanti è stata la segreteria della clinica. Nessuno aveva ricevuto i soldi. A quel punto il 46enne ha presentato denuncia: “Ringrazio i Carabinieri di Novafeltria e la Polizia Postale per la professionalità e il supporto“, racconta la vittima della truffa. “Ho deciso di raccontare tutto sperando che la mia testimonianza possa aiutare altri a non cascare in questi tranelli”, aggiunge.

Secondo quanto verificato, non risultano altre denunce per casi analoghi e il computer del 46enne non è risultato affetto da virus. L’ipotesi è che il truffatore sia un hacker abilissimo, entrato nel software gestionale della clinica per avere le informazioni giuste. Le indagini proseguono per identificare il colpevole.

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