Parco Eolico di Badia, Fratelli d’Italia attacca: “Valmarecchia terra di conquista della Toscana”

Parco Eolico a Badia, ricadute sull’Alta Valmarecchia: la rabbia di Nicola Marcello, “deturpante mostro in luoghi ameni del territorio”

Parchi eolici Esempio di parco eolico in montagna Parco Eolico Badia

Anche Fratelli di Italia della Provincia di Rimini, in un comunicato a firma del coordinatore provinciale Nicola Marcello, si scaglia contro il progetto del parco eolico di Casteldelci, definito un “deturpante mostro in luoghi ameni del territorio”.

Siamo alla battute finali di una tragicommedia in cui, la Regione Toscana senza che la Giunta della Regione Emilia Romagna ed il suo Presidente Bonaccini dicano nulla in contrario, alla realizzazione di un Mega Parco Eolico a pochi metri da Casteldelci.

“La Regione Toscana, con una esemplare mancanza di rispetto Istituzionale sembra voler tirare dritto nella realizzazione del suo progetto eolico nonostante il parere contrario dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia, della Provincia di Rimini e di tutte le Sopraintendenze. Perché non pensa di realizzarle nel Chianti, in Val d’Orcia sulle colline Fiorentine o in Maremma ?“, attacca Marcello, accusando anche il presidente della giunta regionale Bonaccini di non essersi interessato e di non aver difeso gli interessi del territorio.

“La Regione Toscana vede la nostra bellissima Valmarecchia come un terreno di conquista a cui non diciamo di no come Regione“, sottolinea Marcello. Sono infatti sette i progetti presentati di impianti eolici industriali.

“I lavori di cantiere – sottolinea Marcello – andrebbero ad interessare e precludere diversi tratti escursionistici alcuni dei quali storici e frequentatissimi come l’Alta via dei Parchi, il Sentiero Italia, le Vie Francescane da Rimini a La Verna e da Verna Ad Assisi”.

C’è anche un problema idrogeolico: “Tutti gli studiosi del settore anche, a seguito anche dei recenti eventi alluvionali del 2023, concordano che la franosità dell’intero territorio collinare e montano regionale dell’ Emilia Romagna mal si concilia con l’installazione di piattaforme di 20 metri per 20 per allocare pale eoliche. Infatti nel nostro Appennino, tanti terreni intensamente fratturati, prevalentemente per azione tettonica ospitano falde acquifere che quando arrivano in superficie danno origine a sorgenti e ruscelli che completano l’amenità dei luoghi. Andare ad alterare questo equilibrio naturalistico non farebbe altro che aumentare ilrischio frane ed il dissesto idrogeologico”.

“In conclusione se questi impianti venissero autorizzati in contrasto con il volere dei cittadini, ma solo per un gesto di arroganza e scortesia della Regione Toscana verso la compagna rossa Emilia Romagna si genererebbe un violento impatto paesaggistico e le zone interessate come i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Verghereto, Sant’Agata Feltria, San Leo, La Verna, San Sepolcro e Sestino a pochi passi da casa o all’orizzonte oltre che le pale eoliche di 200 metri vedrebbero anche un irrefrenabile processo di impoverimento e di regressione dell’economia locale legata al turismo ed alle attività socio-culturali che si stanno proponendo in questi anni secondo modelli innovativi e virtuosi di ripopolamento e di valorizzazione del territorio e delle sue risorse“, chiosa Marcello.

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