Piccoli borghi abbandonati, spariscono le tradizioni: eppure sono una risorsa per il turismo

Piccoli borghi abbandonati, da Mondaino un appello al Governo e una richiesta di una legge per il sostegno

A cura di Redazione
13 agosto 2023 07:00
Piccoli borghi abbandonati, spariscono le tradizioni: eppure sono una risorsa per il turismo - Mondaino
Mondaino
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di Riccardo Giannini

In Italia oltre 5500 borghi situati nelle aree interne e nelle zone montane soffrono di carenza di servizi e vivono una condizione di progressivo spopolamento.

Così, in occasione della presentazione del Palio del Daino, celebre manifestazione dell’estate di Mondaino, il presidente della Pro Loco Fabrizio Ciotti, approfittando della presenza in platea di alcuni parlamentari, ha fatto un appello affinché il Governo intervenga con una legge a sostegno, rappresentando le difficoltà dei cittadini che “fanno difesa a oltranza” per mantenere vivi questi piccoli e suggestivi borghi, peraltro imprescindibili per il turismo slow, su cui l’Italia deve necessariamente puntare per diversificare e potenziare la propria offerta turistica.

“Poteva sembrare un intervento fuoriluogo, ma ho pensato fosse la situazione adatta per lanciare il grido d’allarme – spiega Ciotti – in quanto i piccoli borghi come Mondaino sono una risorsa per il turismo e il Made in Italy. La politica se ne deve fare carico, con una legge specifica, ad esempio dando convenienze economiche a chi vuole investire nei piccoli borghi”.

Non bastano bandi e finanziamenti, quella “caccia sistematica”, usando le parole di Ciotti, nella quale le zone interne e rurali “sono sempre perdenti rispetto alla costa, ci arrivano le briciole”. Servono interventi più strutturali per evitare che queste aree si consegnino progressivamente alla loro desertificazione.

“Sul tema della tutela delle tradizioni e del Made in Italy va aggiunta una considerazione”, aggiunge Ciotti. Si tratta del collocamento dei migranti nei piccoli borghi: “C’è una trasformazione sistematica, lo rileva l’Istat. I borghi storici sono progressivamente popolati da extracomunitari: se questo trend andrà avanti, la valorizzazione del Made in Italy, la valorizzazione del borgo, della sua cultura e delle sue tradizioni, come per Mondaino il Palio, andranno definitivamente perdute”.

Al microfono di Riccardo Valentini: Fabrizio Ciotti, presidente pro loco di Mondaino

Piccoli borghi abbandonati, le proposte da Mondaino

Le proposte di Ciotti sono confluite in un documento consegnato ai parlamentari presenti, come Marco Croatti del Movimento 5 Stelle. “Un documento prezioso, che chiede aiuto per tutelare i borghi e non disperdere quanto generato in secoli di storia italiana. Sarà nostra premura portare a Roma tutte queste istanze”.

Marco Croatti

Molto attento sui punti illustrati da Ciotti anche Daniele Morelli, sindaco di San Giovanni in Marignano e consigliere delegato della Provincia di Rimini: “Penso siano giuste preoccupazioni quelle espresse – dice Morelli – come rappresentante della Provincia sono favorevole all’iniziativa. Pro Loco e associazioni del terzo settore non devono però mollare perché sono il cuore pulsante delle comunità”.

Jacopo Morrone, deputato e segretario della Lega Romagna, dà il suo pieno appoggio, evidenziando: “Da sempre mi sono battuto per salvaguardare i piccoli Comuni, che sono la forza del nostro turismo, la bandiera, le nostre tradizioni”.

“Bisogna dire la verità: altri partiti non la pensano così, io invece mi sono sempre battuto contro le fusioni. C’è chi pensava che i piccoli Comuni non potessero più esistere, come il presidente della regione Emilia Romagna Bonaccini, che voleva le fusioni per fare risparmi”, attacca Morrone, che aggiunge: “Avevamo ragione noi: le piccole realtà vanno salvaguardate, come le nostre tradizioni. Cercheremo a livello parlamentare, governativo e regionale di salvaguardarle, con le infrastrutture e aiutando le persone che vivono in questi territori”.

Le parole di Jacopo Morrone

Piccoli borghi abbandonati, “Contributi? Serve prima di tutto meno burocrazia”

In Provincia di Rimini sono 9 i Comuni che appartengono alle aree interne o Comuni rurali: gli otto dell’Alta Valmarecchia e Sassofeltrio.

La proposta di Ciotti trova la piena approvazione di Fabiano Tonielli, sindaco di Casteldelci (“Sono il sindaco del comune più montano della Provincia“, ricorda), che però effettua delle precisazioni. “Da un punto di vista agricolo non abbiamo bisogno di contributi, quanto di una de-regolamentazione controllata. La burocrazia uccide di più rispetto all’assenza dei fondi”.

Il sindaco di Pennabilli Mauro Giannini dice sì alla defiscalizzazione, ma non solo per gli imprenditori, anche per i cittadini. “Viviamo in piccoli Comuni suggestivi, con scorci molto belli, ma se la gente non ci vive diventano morti. E per fare rimanere le persone servono degli incentivi”. Sulla defiscalizzazione è concorde anche Tonielli: “Ma serve anche una tassazione pesante per le seconde case non utilizzate”.

Il primo cittadino di Casteldelci spiega il motivo di una proposta che può sembrare provocatoria: “Abbiamo 370 residenti, ma oggi abbiamo 2000 bambini che vengono a fare turismo attraverso lo scoutismo e le nostre strutture hanno il tutto esaurito. Siamo un Comune con estensione enorme formato da piccoli centri storici che hanno una pregevolezza unica. Abbiamo grande richiesta di case, ma non ci sono case in vendita: negli anni sessanta eravamo 1600, oggi siamo circa un quinto. Defiscalizzare solo per chi vive il paese: cittadini e imprenditori. Ovviamente non possiamo e non vogliamo costruire nuovi insediamenti”.

Un altro punto chiave, per il sindaco di Casteldelci, sono le infrastrutture: “Le aree interne hanno bisogno di essere collegate a valle con le aree più urbanizzate. Così per l’Alta Valmarecchia abbiamo bisogno di una viabilità sicura per Rimini. Ci deve essere un importante investimento per i collegamenti, altrimenti i contributi da soli non bastano”.

Dalla Valconca Riziero Santi, sindaco di Gemmano, individua un nodo importante da sciogliere: “In realtà la richiesta di Ciotti la facciamo da tempo come Comuni. Purtroppo la Valconca, Sassofeltrio a parte, è una sorta di zona grigia: non siamo classificati come aree interne o rurali”. Questione di altitudine e di distanza dai centri primari dotati di servizi.

Secondo Santi, le agevolazioni già presenti (“Ad esempio per l’acquisto della prima casa, a favore delle giovani coppie”) e i bandi sono già un sostegno importante, ma alla Valconca servirebbe il riconoscimento di area interna. “Ciò non è avvenuto perché bisognerebbe ridefinire i criteri in generale, istituire un principio che valga a livello nazionale. Ma questo non viene accettato, perché poi in Italia tante altre zone avrebbero questa classificazione”.

Qualcosa però potrebbe cambiare. Il tema, conferma Santi, è già in discussione tra la Regione Emilia Romagna e i Ministeri. Si vedrà, nella speranza che l’appassionato intervento di Ciotti non finisca dimenticato tra i “corridoi” romani.

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