Pranzo vietato a famiglia con bambino piccolo, Biagini: "Togliere la concessione al titolare del bagno"

I fatti avvenuti a Milano Marittima. Il titolare dello stabilimento balneare ha precisato: "Mi sono ritagliato una fetta di clientela, lo faccio da 33 anni".

A cura di Redazione
28 agosto 2025 13:05
Pranzo vietato a famiglia con bambino piccolo, Biagini: "Togliere la concessione al titolare del bagno" - Bambino in spiaggia PH Repertorio
Bambino in spiaggia PH Repertorio
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Il titolare di uno stabilimento balneare di Milano Marittima ha rifiutato la prenotazione per il pranzo di un turista modenese, in vacanza con la moglie e il figlio di 5 anni e mezzo. Secondo quanto riferito dal turista, la cameriera ha rifiutato la prenotazione, dicendo che nel ristorante dello stabilimento balneare non si accettano bambini sotto i 10 anni. Il gestore ha difeso la propria policy aziendale. "Facciamo così da trentatré anni, ma non è vero che odiamo i bambini", ha spiegato all'Ansa, evidenziando: "All’inizio qui venivano soltanto i giovani ed erano le famiglie a puntare su altri bagni. Ora vengono persone di tutte le età e scelgono noi perché vogliono stare più serene, sapendo che qui non ci sono bambini piccoli, perché solitamente li prendiamo dai dieci anni in su, sia in spiaggia che al ristorante, con eccezioni che possono riguardare particolari momenti della settimana oppure persone con le quali abbiamo un particolare rapporto di fiducia".

"Mi sto soltanto ritagliando una fetta di clientela - ha proseguito - così come fanno a Milano Marittima altri tre o quattro alberghi e un mio collega. Se il turista si è offeso, si è sbagliato: non avevamo nulla contro lui o suo figlio, è pieno di locali che lo avrebbero accolto senza problemi. Non prendo più neppure compleanni o addii al celibato o al nubilato, e lo faccio per lo stesso motivo: disturbano l’atmosfera tranquilla. Ecco, così rinuncio a una barca di soldi per tutelare il mio lavoro".

Sul tema interviene Roberto Biagini, dell'associazione Mare Libero, che senza giri di parole attacca: "Un concessionario di uno stabilimento balneare non può escludere una tipologia di utenti a sua discrezione (come i bambini sotto i 10 anni), soprattutto se il servizio si svolge in un'area destinata anche alla balneazione pubblica in quanto la sua attività è intrinsecamente legata all'esercizio di un pubblico servizio e deve rispettare i principi di non discriminazione e di accessibilità pubblica". Vietare l'ingresso a una categoria di persone basandosi su qualsiasi criterio, evidenzia Biagini, "si pone in contrasto con i principi di equità e non discriminazione che regolano l'erogazione dei servizi pubblici". "Estendere un divieto a una parte dell'utenza per una motivazione non legata a ragioni di sicurezza o di ordine pubblico (che andrebbero comunque approvate dalle autorità) è fuori dalle sue facoltà. Una decisione del genere, da parte di un concessionario di un bene dello Stato o di un Ente Comunale, è da considerare  arbitraria e irragionevole", chiosa l'ex assessore del Comune di Rimini, che ha presentato formale richiesta al sindaco di Cervia, affinché sia aperto un procedimento di decadenza dalla concessione demaniale marittima "vista la gravità del comportamento reiterato da 33 anni come ammesso dal gestore".

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