Procura di Genova acquisisce informazioni sul fermato Nord Stream
L’indagine mira a verificare eventuali collegamenti con l’attentato alla petroliera Seajewel al largo di Savona

La Procura di Genova ha delegato la Digos a raccogliere informazioni sull’ucraino di 49 anni arrestato a San Clemente e accusato dalla Procura federale tedesca di essere coinvolto nelle esplosioni dei gasdotti Nord Stream. La pm Monica Abbatecola indaga sull’attentato avvenuto a febbraio al largo di Savona, quando la petroliera Seajewel, battente bandiera maltese, venne danneggiata da due ordigni. L’ipotesi principale degli investigatori della Digos e della Capitaneria di porto di Genova è quella di un sabotaggio da parte di filoucraini, visto che la Seajewel era collegata a flotte fantasma coinvolte nell’aggiramento dell’embargo sul petrolio russo.
Le informazioni raccolte sull’uomo fermato serviranno a chiarire eventuali collegamenti con questo episodio. La notte di San Valentino la petroliera subì due esplosioni, entrambe senza conseguenze ambientali grazie alla resistenza delle pareti della camera di sicurezza che conteneva il petrolio. Il greggio trasportato dalla Seajewel era di origine algerina, mentre quello della gemella Seacharm, arrivata in Liguria pochi giorni dopo, proveniva dalla Libia. Dopo l’attentato, il procuratore Nicola Piacente e la pm Abbatecola avevano aperto un fascicolo per naufragio con l’aggravante del terrorismo. Gli ordigni impiegati potrebbero essere mine Limpet o “a patella”, secondo l’ipotesi delle autorità greche che stanno indagando sull’attacco alla Seacharm. Queste mine, attaccate alle navi con magneti, contengono solitamente esplosivo tipo Tnt.