Procuratore dirigente assolto: accusato di aver chiesto 12.000 euro a un calciatore per giocare
Procuratore assolto: era a processo per una vicenda risalente al 2015
È stato assolto, perché il fatto non sussiste, un procuratore e dirigente calcistico di origine ascolana, difeso dall’avvocato Mario Ciafrè e a processo per estorsione, con l’accusa di aver chiesto 12.000 euro al padre di un calciatore, all’epoca dei fatti 20enne, per far giocare il figlio nel Bellaria.
La vicenda, alla quale è estranea ogni società del Bellaria Calcio, compresa quella dell’epoca, risale al 2015. Il calciatore che ha presentato denuncia aveva concluso la stagione 2014-2015 in un’importante club di Serie D e per l’anno successivo definì il suo trasferimento in Romagna. Fu un’esperienza calcistica poco gratificante, con tanta tribuna.
Successivamente è stata presentata la denuncia. Il dirigente era accusato di aver ricevuto 12.000 euro in tre rate, tramite assegni e bonifici, versati sul conto di una società sportiva marchigiana riconducibile allo stesso. Davanti al giudice è stato spiegato che la presidenza del Bellaria aveva demandato numerosi aspetti gestionali alla società dell’imputato, e tra i compiti anche la riscossione delle spese riguardanti il vitto e l’alloggio nel territorio riminese. La tesi difensiva ha negato fermamente che si trattasse appunto di soldi versati per “spingere” il denunciante verso l’undici titolare della squadra di calcio. Il giudice ha disposto l’assoluzione con formula piena del dirigente-procuratore, molto noto nell’ambiente calcistico per i tanti incarichi ricoperti.
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