Qualità dell'aria ed ecosistema urbano: risultati non ottimali per le città dell'Emilia Romagna, ci sono però miglioramenti

Rimini supera i 200 mq/abitante di isole pedonali

A cura di Redazione
28 ottobre 2024 11:33
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Oggi a Roma è stato presentato il dossier “Ecosistema Urbano“, che analizza le performance delle città capoluogo d’Italia in merito a mobilità, qualità dell’aria, consumi idrici, produzione e raccolta dei rifiuti, verde urbano e energie rinnovabili. Le città dell’Emilia-Romagna si collocano per lo più nelle prime 20 posizioni, con Reggio Emilia che, rispetto allo scorso anno, guadagna il primo posto, e Bologna che è l’unica grande città a entrare nella top 10.

Tuttavia, ci sono ancora significativi margini di miglioramento: 7 città su 10 (nel dossier, Forlì e Cesena sono considerate separatamente) registrano perdite idriche superiori al 25%; solo Rimini supera i 200 mq/abitante di isole pedonali; Ferrara ha 88 auto ogni 100 abitanti (la media nazionale è 68), e Bologna, Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia presentano una qualità dell’aria insufficiente secondo le nuove linee guida dell’OMS, più restrittive rispetto alle precedenti.

I risultati ottenuti dalle città emiliano-romagnole non possono essere sottovalutati, ma persistono alcune contraddizioni che richiedono attenzione. “A Reggio Emilia si osserva un aumento delle immatricolazioni di auto, nonostante il miglioramento dell’offerta di trasporto pubblico locale, un segnale contraddittorio che merita un’analisi approfondita,” afferma Legambiente Emilia-Romagna. Nella stessa città, pur avendo il più alto numero di alberi pro capite in aree pubbliche, è stata approvata la costruzione di un nuovo ipermercato, che porterà alla distruzione di un bosco cittadino di 5 ettari.

Bologna mostra buone performance nella variazione del consumo di suolo tra il 2017 e il 2022, ma continua a realizzare grandi opere viarie, come il Passante e l’ampliamento delle corsie autostradali, che contribuiranno all’impermeabilizzazione del suolo. In un contesto in cui la regione ha subito quattro eventi alluvionali in 18 mesi (due a maggio 2023 e due tra settembre e ottobre 2024), è urgente investire nella risoluzione delle problematiche legate al sistema sotterraneo dei canali. L’impermeabilizzazione del suolo e l’eccessiva infrastrutturazione sono riconosciute come concause di tali eventi. Anche se la stampa ha focalizzato l’attenzione su alcune città, nessun territorio è stato immune da allagamenti, frane o altri fenomeni di dissesto.

È necessaria, quindi, una nuova visione per le nostre città, con investimenti nel miglioramento dei sottoservizi e delle soluzioni basate sulla natura. Ma soprattutto, è imprescindibile un reale stop al consumo di suolo.

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