Rimini Calcio, al Neri c'è il Forlì: mister D'Alesio lancia Ferrarini e punta su Longobardi
Le parole del tecnico: "Forlì, squadra che proverà a prendere il pallino del gioco"


di Riccardo Giannini
Quattro giornate di campionato, un pari e tre sconfitte. Mentre prosegue la riorganizzazione societaria, il Rimini torna ad affrontare la prova del campo: domani sera (venerdì 19 settembre) i biancorossi affrontano il Forlì nel derby. Incerta la presenza dei nuovi arrivati Bassoli, Falasco, Petta e Leoncini. Senza di loro, D'Alesio è pronto a far esordire Gabriele Ferrarini a destra, con il confermato Longobardi a sinistra, mentre Fabbri completerà la difesa a tre con Lepri e Bellodi. A centrocampo, ancora fermo Fiorini, Gemello è fermato un risentimento muscolare. De Vitis torna titolare, affiancato da Asmussen e Piccoli. Davanti, in attesa di Grubac, spazio a Capac e D'Agostini.
A proposito dei nuovi, il tecnico si sofferma su Falasco: "Anche in base alle sue caratteristiche fisiche-atletiche, può giocare sia da difensore centrale che come quinto. A oggi lo vedo come braccetto sinistro. Ha forza, gran piede. In questo momento deve recuperare il ritmo e l'intensità, si è aggregato a noi da poco". La fascia sinistra resta dunque di competenza di Longobardi, come detto con probabile esordio a destra di Ferrarini, pronto alla staffetta con Boli: "Longo quando gioca a piede invertito mi piace ancora di più, diventa imprevedibile perché usa sia il destro che il sinistro, entra bene dentro al campo. Ha doti offensive molto importanti. È un giocatore duttile, può giocare anche nella difesa a tre. Come duttilità è tra i migliori; come Piccoli, che all'occorrenza può fare il regista, la mezzala e il quinto".
Rispetto alla gara di sabato con il Pontedera, quella con il Forlì sarà diversa, contro una squadra che fa un calcio propositivo: "Ci aspettiamo una squadra che provi a prendere il pallino del gioco. Sarà una partita diversa rispetto a Pontedera: cercheranno una pressione più alta, di venirci a prendere forte nella nostra metà campo. Una volta presa la palla, cercheranno il dominio del gioco. Fanno un calcio propositivo. Sarà una bella partita da giocare".
Con il Pontedera, nelle fasi iniziali della gara, si è visto un Rimini che attaccava l'area con diversi uomini, mettendo in difficoltà l'avversario, cosa non più riuscita in seguito. Anche in questo caso è un problema di condizione fisica: "Il focus che abbiamo in questo momento è quello di mantenere bene il campo, mantenere le distanze ed essere organizzati in fase di non possesso. In fase di possesso ci stiamo concentrando maggiormente su quella che potrebbe essere la fase iniziale del gioco. Ho preferito dare meno prevedibilità all'ultimo quarto, lasciando molto spazio alle caratteristiche individuali dei giocatori. Ho chiesto solamente di accompagnare sempre l'azione, dove possibile, con più uomini, sia parte dei quinti e delle mezzali. In questo momento non arriviamo al limite dell'area, perché spendiamo tanto dal punto di vista fisico e siamo corti a livello di ricambi. Non posso chiedere sempre al quinto opposto di chiudere l'area, o alle mezzali di fare quantità, pressione, recupero palla e poi anche inserimenti da dietro. Con l'allenamento e con i ricambi, sopperiremo a questa criticità".
Il tecnico loda l'atteggiamento, la disponibilità, la voglia di esserci della squadra, "la loro mentalità, la maturità nel capire la situazione e nell'aiutarmi". Nelle prime giornate di campionato il Rimini ha raccolto uno scarno bottino, ma la squadra sta crescendo: "Da un punto di vista tattico mi sta piacendo il modo in cui interpretano la fase di non possesso, la capacità di portare pressione con i tempi giusti, la capacità di aggredire in avanti, di alzare il baricentro quando serve e la capacità di soffrire quando ci difendiamo in blocco basso. Con la palla vedo che i ragazzi cercano di comprendere il gioco in termini di scelte, se manovrare o verticalizzare". Cosa manca al Rimini per portare a casa la vittoria? "Mancano i dettagli, i ragazzi cercano di sopperire in base alle loro qualità individuali, nelle situazioni più disordinate i ragazzi più esperti cercano di metterci qualcosa di loro, dal punto di vista comunicativo e di scelte".