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Rimini: consumi delle famiglie stagnanti ma buoni segnali per il turismo

L’unico segnale positivo arriva dalla spesa dei visitatori stranieri in Italia

A cura di Redazione
31 maggio 2025 11:15
Rimini: consumi delle famiglie stagnanti ma buoni segnali per il turismo -
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Nonostante le difficoltà legate alle tensioni internazionali e a un quadro geopolitico incerto, l’economia italiana continua a mostrare segnali di tenuta: nel primo trimestre del 2025, secondo i dati Istat, il Pil ha registrato un incremento dello 0,3%. “Un risultato superiore alle attese iniziali – commenta Fabrizio Vagnini, presidente Confesercenti provinciale Riminiche lascia intravedere una certa resilienza del nostro sistema economico, anche se la crescita resta debole e inferiore al potenziale”.

A preoccupare, però, è ancora una volta la dinamica dei consumi delle famiglie, che crescono solo dello 0,6%, contro l’1,5% registrato lo scorso anno. L’unico segnale positivo arriva dalla spesa dei visitatori stranieri in Italia, che segna un lieve miglioramento (+0,1% contro il -0,9% dell’anno precedente). “Un dato incoraggiante – prosegue Vagnini –soprattutto in vista della stagione estiva che, sulla Riviera, rappresenta un banco di prova fondamentale per molte imprese del commercio e del turismo. Ma non basta per consolidare una ripresa dei consumi”.

Il contesto resta incerto, in particolare per le conseguenze della svolta protezionistica degli Stati Uniti e per il rallentamento del commercio internazionale. In questo scenario, si consolida il calo dell’inflazione, grazie soprattutto alla discesa dei prezzi energetici, che dovrebbe riflettersi anche sui prezzi degli alimentari lavorati e sul “carrello della spesa”.

“Siamo di fronte a un’occasione da cogliere – conclude il presidente di Confesercenti provinciale –. La riduzione dei prezzi può contribuire a liberare capacità di spesa, ma servono misure concrete per rafforzare la fiducia delle famiglie e sostenere i consumi. Accogliamo con favore l’intervento del Governatore di Bankitalia Fabio Panetta, che ha richiamato l’Europa a una gestione più coraggiosa della politica economica e monetaria, anche attraverso l’emissione di debito comune e un’azione incisiva contro la concentrazione di potere nelle mani di poche grandi imprese globali.È necessario mettere al centro le piccole e medie imprese, cuore dell’economia locale e nazionale”.



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