Rimini, economia in difficoltà e problema affitti. La Cgil: "Scioperate contro Governo e Finanziaria"
Il sindacato mobilita la cittadinanza, nel mirino la nuova manovra di bilancio
Venerdì 12 dicembre 2025 anche in provincia di Rimini la Cgil invita la cittadinanza a partecipare allo sciopero generale per l’intera giornata lavorativa e ad aderire alla manifestazione il cui corteo partirà alle ore 9.30 dal piazzale Cesare Battisti (Stazione ferroviaria di Rimini) per chiedere "giustizia fiscale, salari dignitosi, pensioni eque e un rafforzamento della sanità pubblica". "In un contesto economico nazionale segnato da disuguaglianze crescenti e da una manovra di bilancio che penalizza i redditi fissi, anche i dati locali evidenziano urgenze che non possono più essere ignorate", scrive la Cgil Rimini in una nota.
Per approfondire le ragioni dello sciopero, venerdì 28 novembre alle ore 17.30, presso il Salone “Polverelli” della Camera del Lavoro di Rimini, si terrà l’Assemblea generale della CGIL e delle categorie aperta alla cittadinanza su“Salario, Pensioni, Sanità, Welfare”, con la partecipazione di Giovanni Paglia (Assessore al Lavoro della Regione Emilia-Romagna), Nazzareno Gabrielli (Banca Etica), delegate e delegati sindacali, con la moderazione del giornalista Enrico Rotelli. La cittadinanza è invitata a partecipare.
La Cgil: "Economia riminese mostra segnali preoccupanti"
"Secondo i dati elaborati da Ires per il 2024, l’economia riminese mostra segnali preoccupanti", avverte la Cgil. Da un lato, il tasso di disoccupazione è sceso al 4,7%, il più basso degli ultimi anni, e l’occupazione è cresciuta del 6,3% nel 2024. "Dall’altro, la qualità del lavoro peggiora: solo il 32,5% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato, a tempo pieno e lavora tutto l’anno. Le retribuzioni medie in provincia sono ferme a 17.809 euro lordi annui, le più basse dell’Emilia Romagna, e non tengono il passo con l’inflazione. Il potere d’acquisto delle famiglie si erode, mentre il reddito medio imponibile rimane sotto i 20.000 euro, ultimo in regione". Un'altra criticità rilevata è il notevole incremento delle ore di Cassa integrazione guadagni autorizzate, con oltre 6 milioni di ore. "Nonostante la flessione registrata a settembre 2025 (3.808.794 ore), il quadro resta di un grande e preoccupante utilizzo di ammortizzatori sociali. Non se la passa meglio chi è in pensione: a Rimini si va in pensione con un’età media di 63 anni e 7 mesi, la più alta dell’intera Emilia-Romagna. A questo si aggiunge il fatto che in provincia di Rimini, secondo dati Inps rielaborati da Ires, il 28,7% dei beneficiari di pensione percepisce meno di 1.000 euro al mese, una quota quasi dieci punti sopra la media regionale del 19,8%. Le donne percepiscono tra il 27% e il 30% in meno rispetto agli uomini, sia nel pubblico che nel privato", argomenta la Cgil, che attacca anche il Governo: "Questo quadro locale è ulteriormente peggiorato dalle distorsioni della politica economica nazionale, che continua a gravare pesantemente sui ceti popolari. Negli ultimi tre anni, lavoratori e pensionati hanno pagato 25 miliardi di euro in più di tasse a causa del fiscal drag, ossia della mancata indicizzazione dell’Irpef: un lavoratore con 20.000 euro di reddito perde 700 euro netti all’anno; con 35.000 euro, la perdita sale a 2.000 euro. Eppure, il gettito aggiuntivo non finanzia servizi essenziali, ma viene speso in altre priorità, come il riarmo, mentre sanità, istruzione e assistenza vengono trascurate".
L'analisi del sindacato prosegue analizzando la situazione della sanità: "Anche a Rimini sono in aumento le famiglie che faticano ad accedere alla sanità e la spesa sanitaria privata pesa sulle famiglie per oltre 43 miliardi a livello nazionale. Con la Legge di Bilancio 2025, il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale scenderà sotto il 6% del Pil entro il 2028: è il livello più basso da decenni. A Rimini, dove il turismo e i servizi sono pilastri dell’economia, cresce il numero di contratti brevi, part-time involontari e collaborazioni precarie. Nel 2024, le cessazioni di rapporto di lavoro hanno superato i 108.000 casi (+26% rispetto al periodo pre-pandemia), segnale di un mercato del lavoro sempre più instabile. Non ci si deve stupire se sempre più giovani lasciano l’Italia per cercare un’occupazione dignitosa all’estero: bisogna invertire la tendenza".
Un'ulteriore criticità è l'emergenza abitativa: "L'azzeramento da parte del Governo dei fondi per gli affitti determina ricadute pesantissime sul territorio, con oltre 5 mila famiglie rimaste senza sostegno. La carenza di fondi nazionali per la casa determina un’assenza di alloggi, si allungano così le liste di attesa per case a canone calmierato o case popolari; senza un adeguato Piano casa nazionale, 3.000 riminesi restano in attesa di alloggio".
"Lo sciopero generale del 12 dicembre non è solo una protesta: è una proposta. Si chiede di restituire il fiscal drag, bloccare l’aumento dell’età pensionabile, introdurre pensioni di garanzia per i giovani, rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale e avviare un piano straordinario di stabilizzazioni nei settori pubblici. Per finanziare queste misure la proposta è quella di prendere i soldi dagli evasori fiscali, tassare i grandi patrimoni e porre fine alla corsa al riarmo: 1.000 miliardi di euro in dieci anni che potrebbero invece garantire sanità, scuola, casa e transizione ecologica", chiosa il sindacato.
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