Rincari, dopo le bollette e spesa aumentano anche i biglietti del bus: "Fino al + 20%, abbonamenti +15%"
Rincari dei biglietti dell'autobus in arrivo

Rincari, i cittadini riminesi, alle prese con inflazioni e salassi con le bollette di gas e luce, dovranno far fronte dal 1 luglio anche agli aumenti dei biglietti dell’autobus. Lo annuncia Federconsumatori in una nota del presidente della sezione di Rimini, Graziano Urbinati.
Di Graziano Urbinati*
Non solo bollette e carrello della spesa che pesano nelle tasche dei cittadini riminesi, ma secondo informazioni che abbiamo appreso dalla stampa dal prossimo 1° luglio 2023 scatterebbero pesanti aumenti tariffari di Start Romagna sul territorio di Rimini e provincia.
La stessa Provincia, forte della parere positivo dell’assemblea dei sindaci del territorio interessato, attraverso un proprio decreto avrebbe autorizzato questi pesanti aumenti, fino al 20% per il biglietto singolo a zone urbano ed extraurbano, mentre gli abbonamenti mensili extraurbani subirebbero un incremento fino al 15%.
Per comunicare queste informazioni agli utenti nessuno degli organi deputati, impresa e/o istituzioni, si è sentito in dovere di “metterci la faccia” ma ha preferito l’anonimato di un articolo di stampa, fin troppo dettagliato.
Ancora una volta si sono voluti ignorare gli obblighi di legge nei confronti dei destinatari del provvedimento, i cittadini e i loro rappresentanti mai coinvolti nelle procedure di introduzione dell’aumento, cosi come anche quest’anno le associazioni dei consumatori non sono state coinvolte sulla nuova Carta dei Servizi.
Con gli aumenti ora annunciati l’area urbana di Rimini con il biglietto di Start Romagna a 1,50 € sarà uniformata sul territorio regionale, mentre le tariffe a zone extraurbane dei biglietti singoli e degli abbonamenti mensili risulteranno i più alti sull’intero territorio regionale tra tutte le imprese di Trasporto Pubblico Locale su gomma.
Per Federconsumatori le risorse per il rinnovo del parco automezzi, in linea con la programmazione regionale, vanno reperite dal piano di ammodernamento mezzi: ( fondi ministeriali per le Regioni del Bacino Padano, fondo complementare PNRR e cofinanziamento Regione ) e non dagli utenti. Opportuno anche che l’Agenzia della Mobilità (AMR) spieghi come questo primato di aumenti tariffari possa identificarsi con “una politica per lo sviluppo del trasporto pubblico” prevista nel suo statuto.
Federconsumatori ritiene fondamentale accompagnare interventi come quello annunciato dalla massima trasparenza in capo a società partecipate da istituzioni pubbliche che producono servizi pubblici. Mentre filtrano i dettagli degli aumenti tariffari, poco o nulla si apprende sugli importi ricevuti dalle imprese del settore, oltre al normale Fondo nazionale TPL, i diversi Fondi a copertura dei mancati servizi e introiti per pandemia.
Non secondaria, la conseguenza certa sull’inflazione che rincari di questa portata avranno sull’indice dei prezzi più generale, probabilmente sottovalutato da chi invece dovrebbe prestarvi massima attenzione.
*Presidente Federconsumatori Rimini