Ritorno delle pubblicità sessiste? Consigliera di parità di Rimini dice no: "Arretramento culturale"

Adriana Ventura, consigliera di parità, ha inviato una lettera alla nona commissione permanente della XIX Legislatura

A cura di Riccardo Giannini Redazione
21 ottobre 2025 13:02
Ritorno delle pubblicità sessiste? Consigliera di parità di Rimini dice no: "Arretramento culturale" -
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La consigliera di parità della Provincia di Rimini, Adriana Ventura, ha inviato una lettera alla nona commissione permanente della XIX Legislatura, chiedendo di bloccare l'emendamento che cancella il divieto di pubblicità sessiste e violente, contenenti stereotipi di genere offensivi e lesivi della dignità delle donne.

 "Negli ultimi anni le lotte delle donne e della società civile hanno consentito di fare conquiste per dare dignità alle figure femminili perché non fossero commercializzate, mercificate e private della loro essenza e del loro valore. Con le ultime notizie pervenute, pare che tutto questo possa essere cancellato, determinando, senza motivazioni oggettivamente comprensibili, un ritorno al passato. Facciamo riferimento all’emendamento presentato da Fratelli d‘Italia, in esame in commissione al Senato"; esordisce Ventura, che chiede appunto il ritiro dell'emendamento che vorrebbe introdurre la modifica al codice della strada. "Messaggi di tal genere, a nostro parere, sono lesivi dei diritti civili e politici, dell’orientamento sessuale, della disabilità e di ogni altra condizione; lesivi dei diritti umani e costituzionali, in aperta contraddizione con la Convenzione di Istanbul (recepita anche dal nostro Paese), vanificando le conquiste fin qui realizzate, anche attraverso l’educazione al rispetto delle persone e tutto ciò mentre in Italia aumenta la violenza di genere che nasce anche dalla mercificazione della figura femminile", attacca Ventura, che mette in evidenzia quanto i costanti episodi di femminicidio impegnino cittadini e politici "a contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza e a favorire l’educazione al rispetto, all’affettività e all’inclusione".

"Riteniamo di grande importanza il ruolo della pubblicità e dei messaggi che vengono veicolati attraverso di essa, ma questi non possono essere in distonia con i valori che intendiamo difendere per i diritti delle donne. Consideriamo che l’emendamento proposto dai senatori di Fratelli d’Italia non solo ci riporti inutilmente indietro nel tempo, ma entri in contrasto con i diritti previsti dalle leggi vigenti, e sia anche incomprensibile ai fini della crescita economica del Paese e del prodotto pubblicizzato. Riteniamo altresì fondamentale richiamare i compiti della fondazione Pubblicità Progresso che fin qui ha operato per risolvere problemi morali e civili della nostra società con l’intento di stimolare le coscienze civili ad azioni utili al bene comune e di ogni altra situazione, rispettosi dei diritti civili e politici, discriminatori rispetto all’orientamento sessuale e all’identità di genere", le parole della consigliera di parità, che definisce l'emendamento "un arretramento culturale ingiustificato". "Questo emendamento - chiosa Ventura - ostacola anche gli obiettivi che l’Unione Europea si è data: porre fine alla violenza di genere, combattere gli stereotipi di genere, colmare il divario retributivo e di genere nel lavoro, raggiungere la parità nella partecipazione dei settori economici, promuovere la parità nella partecipazione decisionale".

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