Sabotaggio gasdotti, da difesa di Kuznetsov fiducia su assoluzione
Il legale dopo estradizione: "Emergerà chiaramente che non sia stato commesso alcun reato”.
La difesa di Serhii Kuznetsov, l’ex militare ucraino accusato dalle autorità tedesche di aver partecipato al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream nel 2022, accoglie con rispetto ma con forte preoccupazione la decisione della Cassazione che ha confermato la consegna dell’uomo alla Germania. L’avvocato Nicola Canestrini sottolinea che la sentenza “restringe in modo significativo la tutela dei diritti fondamentali nell’applicazione del mandato d’arresto europeo, privilegiando la rapidità della cooperazione giudiziaria a scapito delle garanzie individuali”.
Pur respingendo tutte le argomentazioni della difesa, la Corte, osserva tuttavia Canestrini, ha chiarito alcuni aspetti che alimentano la fiducia in una futura assoluzione davanti ai tribunali tedeschi, dove si aprirà il processo. La Cassazione ha ritenuto non dimostrata l’immunità funzionale, rilevando che né autorità ucraine né tedesche hanno confermato la natura militare dell’azione contestata; ha escluso che il reato politico possa costituire una causa autonoma di rifiuto della consegna dopo la riforma del 2021; ha giudicato sufficienti le garanzie fornite da Berlino sul rischio di trattamenti inumani; e ha reputato insufficiente la prova che le precedenti indagini danesi si siano concluse con un atto definitivo tale da far valere il “ne bis in idem”.
Alla luce di queste motivazioni, la difesa ribadisce la propria “piena fiducia” in un esito favorevole del procedimento in Germania, dove – afferma Canestrini – vi sarà “una valutazione completa delle prove, dei testimoni e del materiale classificato”. Una volta applicati correttamente il diritto internazionale umanitario e il diritto dei conflitti armati, conclude il legale, “emergerà chiaramente che non sia stato commesso alcun reato”.
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