San Marino, parla Montanari: "Impronta professionistica, no al calcio parrocchiale". Obiettivo lo stadio di Serravalle

San Marino, intervista al presidente Montanari: settore giovanile, stadio, centro sportivo di Pietracuta e budget di mercato gli argomenti

A cura di Redazione
06 giugno 2024 06:30
San Marino, parla Montanari: "Impronta professionistica, no al calcio parrocchiale". Obiettivo lo stadio di Serravalle - Emiliano Montanari, presidente del San Marino PH SAN MARINO CALCIO
Emiliano Montanari, presidente del San Marino PH SAN MARINO CALCIO
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di Riccardo Giannini

Il presidente del San Marino Emiliano Montanari parla dei progetti futuri. Dal suo arrivo al Monte Titano, ha preferito declinare richieste di interviste e conferenze stampa. Si è concesso ai microfoni della televisione di stato sammarinese e poi, spiega, ha preferito far parlare i fatti. L’acquisizione del centro sportivo di Pietracuta per far nascere la casa del San Marino Calcio, la conferma di Bollini, la volontà di portare la squadra da Acquaviva al San Marino Stadium a Serravalle, il progetto del settore giovanile.

Montanari parla a 360° e non dispensa facili illusioni sul mercato: nessuna follia, il progetto di crescita sarà progressivo, gli investimenti saranno fatti per mantenere il San Marino nelle parti alte della classifica e per creare un’ossatura che possa poi alzare l’asticella ulteriormente.

Il presidente del San Marino annuncia poi il ritiro precampionato: al vaglio alcune località di montagna tra Abruzzo e Molise.

San Marino, l’intervista al presidente Montanari

Presidente, nella prima intervista rilasciata da presidente disse di aver scelto San Marino, perché una piazza con ambizioni. Mi piacerebbe approfondire questo concetto: quando è nata l’idea di prendere questa squadra e quali sono i motivi di questa scelta.

«L’idea era quella di prendere una squadra di calcio, in ambienti e contesti diversi dalle mie precedenti esperienze, per costruire e far bene come sempre ho fatto nella mia vita imprenditoriale. Quando ho appreso che il San Marino era in vendita ho ritenuto da subito che fosse l’ambiente sano e stimolante per fare calcio».

Una delle due questioni cruciali riguarda lo stadio: c’è la possibilità di vedere la sua squadra giocare il prossimo anno al San Marino Stadium a Serravalle?

«È stata la mia prima richiesta quando ho avuto il piacere di incontrare il Presidente della Federazione sanmarinese. Ho aggiunto in quell’incontro che la richiesta ufficiale sarebbe stata presentata solo dopo che avrei comprato un centro sportivo e riportato il nome a San Marino Calcio. Venerdì prossimo ho un incontro programmato con la federazione per dare seguito alla mia richiesta iniziale».

Seconda questione cruciale, il settore giovanile: ci sono discorsi avviati con la Federazione Sammarinese per vedere il San Marino impegnato nei campionati giovanili di tutte le categorie e non solo la Juniores?

«L’argomento sarà trattato sempre nell’incontro di venerdì».

È intervenuto a stagione in corso per immettere liquidità. Ha da poco concluso l’acquisto del terreno a Pietracuta per il centro sportivo. L’impegno economico è già stato sostanzioso. Per il prossimo anno ci sarà una spesa importante per allestire la rosa?

«Ci sarà una spesa significativa per consentire una stagione serena, creando quindi quell’ossatura necessaria in un periodo temporale a breve-medio termine per poter puntare a traguardi ambiziosi. Nell’ossatura dovrà esserci una costante importante di giocatori sammarinesi».

Da presidente ci sembra di capire che non interverrà sulle questioni tecniche. Però come proprietà ci sarà un uomo che sarà sempre presente sul monte Titano in vostra rappresentanza? Sarà Gino Montella?

«Mai intervenuto in questioni tecniche in nessuna delle squadre di calcio che ho avuto.
Non inizierò a San Marino. La gestione del San Marino è affidata a diversi ruoli fondamentali, che si sintetizzano in DG, DS, Segretario»
(rispettivamente Gino Montella, Gianluca Bollini e Simone Celli, n.d.r.).

Quando inizieranno i lavori a Pietracuta per il centro sportivo?

«A metà giugno».

Come nasce invece l’idea di fare un ritiro precampionato fuori zona? Ci può anticipare le zone che state vagliando?

«Dobbiamo dare una idea ed una impronta di calcio professionistico, non parrocchiale.
Le zone analizzate sono Umbria e Abruzzo. Zone di montagna dove le temperature in estate sono ideali. Il ritiro precampionato serve a fare gruppo, a conoscersi meglio tra staff e giocatori, ed abituare soprattutto i giovani come ci si deve relazionare in un contesto calcistico dove si percepiscono compensi. E’ un lavoro. Oneri e onori».

Prossimo campionato: fare meglio significa arrivare tra le prime tre. Punterete alla C dal prossimo campionato o sarà più graduale l’approccio?

«Ho avuto modo di verificare nel mondo del calcio che le squadre che salgono presto le categorie…presto le scendono. Se invece la promozione è frutto di un progetto strutturato, sano e sostenibile, allora la permanenza stabile in categorie superiori è certamente possibile».

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