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San Marino, questionario fa luce sulle aggressioni nel luogo di lavoro: 120 vittime dirette e 28 testimoni

Le vittime sono in maggioranza donne che hanno denunciato di essere state demansionate e di aver subito violenza verbale e psicologica

A cura di Redazione
06 luglio 2025 08:30
San Marino, questionario fa luce sulle aggressioni nel luogo di lavoro: 120 vittime dirette e 28 testimoni - Repertorio
Repertorio
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Lo scorso marzo USL ha lanciato l’Osservatorio per raccogliere dati su violenze e molestie nel mondo del lavoro, sensibilizzare, proporre soluzioni e assistere le vittime con lo sportello d’ascolto e il numero dedicato – 366 845 2485 – al quale risponde personale appositamente formato.

Ad oggi, lo Sportello d’Ascolto ha accolto17 persone. Le vittime sono in maggioranza donne che hanno denunciato di essere state demansionate e di aver subito violenza verbale e psicologica. Purtroppo, tra queste c’è anche chi ha denunciato di aver subito violenza fisica, mentre per fortuna sono stati registrati pochi casi motivati dall’orientamento sessuale. Sono stati segnalati anche casi di mobbing, sia verticale che orizzontale.

Lo scorso maggio, inoltre, l’Osservatorio ha predisposto un questionario anonimo, frutto di un’analisi approfondita, per mettere a fuoco la portata del fenomeno delle violenze e molestie nel mondo del lavoro sammarinese.

Al questionario, rimasto aperto per un mese, hanno risposto 210 persone: tra queste, 120 si sono dichiarate vittime dirette e 28 persone hanno assistito a episodi di maltrattamento. La maggioranza delle vittime ha denunciato mobbing verticale e orizzontale, aggressioni verbali e molestie sessuali, compiute da parte di uomini nel 67% dei casi. Il 60% delle vittime ha informato qualcuno del maltrattamento subito o assistito, tuttavia il problema è stato perlopiù ignorato.

Significativi sono i motivi dietro la mancata segnalazione dei maltrattamenti: tra i più ricorrenti vi sono la mancanza di fiducia nelle figure preposte a risolvere la controversia, la paura di ripercussioni e la convinzione che, comunque, denunciare non avrebbe portato ad alcun cambiamento.

Secondo i rispondenti, nella maggior parte dei casi non è stato preso alcun provvedimento verso il o la responsabile. Nel 21% dei casi, la vittima si è addirittura dovuta dimettere per uscire da una situazione di rischio. Questo dato conferma un fenomeno che USL ha già denunciato in passato: ad oggi, a San Marino, non esistono tutele sufficienti per chi è vittima di VeM sul lavoro e troppo spesso l’unica via di uscita è rappresentata dalle dimissioni, con conseguente perdita del lavoro e dell’accesso agli ammortizzatori sociali.

Abbiamo anche chiesto a vittime e testimoni quali interventi di supporto avrebbero voluto ricevere per sentirsi maggiormente tutelati. Le risposte più frequenti hanno indicato l’intervento diretto dei superiori, la solidarietà e il sostegno dei colleghi, l’allontanamento del molestatore e la possibilità di dimettersi per giusta causa. Molti avrebbero inoltre apprezzato l’esistenza di un meccanismo di segnalazione aziendale e un supporto psicologico specializzato.

Il questionario mirava anche ad analizzare i settori più colpiti da episodi di VeM in ambito lavorativo. Tali comportamenti si sono verificati, nei due terzi dei casi, in aziende del comparto privato e in prevalenza nel settore industriale (30%), seguito da quello dei servizi (19,7%) e del commercio (8,2%). Più della metà dei casi si è verificata in aziende con 20 o più dipendenti.

USL sta continuando ad analizzare i dati raccolti e pubblicherà un report più approfondito nelle prossime settimane, al fine di gettare ulteriore luce sul fenomeno di VeM nel mondo del lavoro.

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