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Sanità di prossimità: infermiere di comunità e nodi territoriali per una Rimini più inclusiva

L'incontro di Ausl Romagna

A cura di Redazione
08 maggio 2025 16:44
Sanità di prossimità: infermiere di comunità e nodi territoriali per una Rimini più inclusiva -
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Presentare ai Medici di Medicina Generale il ruolo, le funzioni e gli obiettivi dell’Infermiere di Famiglia e Comunità così come le peculiarità del Progetto Nodi Territoriali di Salute, adottato dal Comune di Rimini. Ecco il tema dell’incontro organizzato da Ausl Romagna e Amministrazione comunale e svoltosi giovedì 8 maggio alla Sala Caravaggio, alla presenza del Direttore del Distretto di Rimini, Mirco Tamagnini, dell’Assessore comunale alle Politiche per la Salute, Kristian Gianfreda, affiancato dal dirigente Fabio Mazzotti, Capo Dipartimento servizi di comunità, della Direttrice delle Cure Primarie Rimini, Antonella Dappozzo, di Ardigò Martino, Direttore del Distretto di Riccione, dei dirigenti delle professioni sanitarie, con in collegamento anche il professor Ivo Quaranta, responsabile del Centro studi e ricerche in Salute internazionale dell’Università di Bologna.

Una progettualità fortemente all’avanguardia nel panorama nazionale, che si integra anche con la creazione delle Case di Comunità, ulteriore tassello della riorganizzazione sanitaria che punta a portare la salute sempre più vicina alle persone, riducendo le disuguaglianze e migliorando la qualità di vita nel solco di una sanità sempre più a vocazione territoriale, facendo riferimento al domicilio del paziente. Ciò comporta un autentico cambio di paradigma nello sviluppo dei servizi legati all’assistenza di prossimità, che rafforza il concetto di integrazione e multidisciplinarietà mettendo in campo un significativo lavoro “di contaminazione” dei professionisti, della medicina generale, della pediatria di libera scelta, delle professioni sanitarie e sociali, della psicologia, con la possibilità che parta direttamente dalla persona e dai suoi bisogni di salute e non dai servizi, a garanzia di percorsi più facili, veloci e risolutivi, pensati in particolare per i cittadini più fragili e per i pazienti cronici. 

Con l’ausilio di una serie di slide sono state descritte le 12 aree cittadine (le microzone) in cui lavoreranno in sinergia operatori sociali, educativi e sanitari, per offrire un’assistenza capillare e proattiva, attraverso una mappatura e conoscenza approfondita della ‘zona d’azione’ come pure attraverso servizi a domicilio. Proprio l’attività di prossimità dei nodi, presidio territoriale, permetterà agli operatori (infermieri, psicologi, educatori, ecc.) di ‘entrare nelle case’ delle persone più vulnerabili, seguendole con particolare attenzione nel loro contesto quotidiano e costruendo interventi integrati tra servizi sanitari, sociali e attori del territorio, così da garantire un’assistenza mirata, continuativa e centrata sulla persona. Un approccio centrato dunque sulla comunità e l’integrazione dei servizi, che richiede anche da parte dei professionisti coinvolti necessità di aggiornamento continuo e adattamento alle esigenze locali.

“A breve partiranno i primi quattro nodi dei 12 previsti nel comune di Rimini. L’incontro e confronto con i Medici di Medicina Generale è fondamentale per garantire il buon funzionamento dei nodi – sottolinea l’assessore Kristian Gianfreda -. Questi medici troveranno un grande supporto negli operatori dei nodi, soprattutto nella gestione dei pazienti cronici, complessi oppure fragili. In un contesto di grandi cambiamenti nella sanità abbiamo deciso insieme all’Azienda Sanitaria e all’Università di Bologna di produrre una proposta che anticipi i tempi e valorizzi le caratteristiche del nostro territorio. Ma non solo: l’Assessore regionale Fabi ha già detto in più occasioni che la sperimentazione di Rimini diventerà riferimento regionale”.

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