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Santa Maria e i suoi gioielli: l'antica Chiesa, la fontana di Pantani e il mitico Pupa

Visitiamo Santa Maria d'Antico, nel Comune di Maiolo, con una speciale guida: Mario Gianessi alias Pupa

A cura di Redazione
17 dicembre 2023 06:35
Santa Maria e i suoi gioielli: l'antica Chiesa, la fontana di Pantani e il mitico Pupa - Mario Gianessi "Pupa" racconta il borgo di Santa Maria d'Antico, Maiolo
Mario Gianessi "Pupa" racconta il borgo di Santa Maria d'Antico, Maiolo
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Di Riccardo Valentini

La nostra rubrica dedicata alle bellezze della Valmarecchia si sposta nel Comune di Maiolo. Visitiamo la frazione diSanta Maria di Antico, che custodisce una preziosa testimonianza del IX secolo: la Chiesa di Santa Maria, dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, con all’interno una pregevole statua in ceramica.

La storia di questo borghetto e della Chiesa ci verrà raccontata da Mario Gianessi, da tutti conosciuto con il soprannome “Pupa”, un simpaticissimo e pittoresco personaggio.

Mario Gianessi, meglio noto come Pupa
Mario Gianessi, meglio noto come Pupa

Raggiungere Santa Maria è molto semplice: superato Novafeltria, si prosegue per 5 km fino a Ponte Molino Baffoni. Dopo la salita si gira a sinistra e si è praticamente arrivati.

Mario Gianessi, detto “Pupa”, ci attende fuori dalla Chiesa. Ha 80 anni, è nato a Santa Maria ed ha sempre vissuto qui, eccetto per un breve periodo nel quale si è trasferito a Novafeltria. Nel 1974 è tornato a Santa Maria e da allora non si è più spostato, diventando il factotum del borghetto.

Possiamo dire sindaco, parroco e pro loco, tutte le figure in una sola persona.

Pupa, l’intervista al “sindaco” di Santa Maria

Perché ti chiamano Pupa?

“Da giovane lavoravo alla Sam di Novafeltria (sulla via XXIV Maggio, all’altezza di una delle due nuove rotondine, dove ora ci sono un distributore di benzina e un autolavaggio). Quello era il luogo di partenza delle corriere e io vendevo i biglietti ai passeggeri. Quando si presentavano delle belle ragazze davo loro il biglietto senza farglielo pagare, così tante belle ragazze mi venivano sempre a cercare. Gli altri ragazzi vedevano che ero sempre circondato da belle donne e non capivano. Alcuni anziani dissero: lui è bello come un pupazzo. Così un autista di autobus mi battezzò Pupa”.

Pupa, raccontaci di Santa Maria

“Una volta in tutta Santa Maria c’erano 210 abitanti e solo qui nel centro storico, o meglio nel borghetto della Chiesa, erano 62. Oggi solo 11, in totale siamo rimasti 70 persone. La gente è andata via piano piano e non è più tornata, forse non c’è stata una politica lungimirante da parte dell’amministrazione di allora”.

In passato organizzavate la sagra del Cascione e al mattino c’era la famosa gara ciclistica con arrivo proprio qui, come mai non la organizzate più?

“Sì, una volta organizzavo di tutto, ciclismo, ballerino, Ai gliò fati tòtti(dice in dialetto romagnolo, ndr). C’era la festa della natività a settembre e venivano migliaia di persone, poi ho pensato di dividerle e di fare anche la Festa Campagnola che al suo interno aveva La Sagra dei Cascioni, la Sagra della Trippa, e Sagra degli strozzapreti con fagioli.

L’orchestra non mancava mai, veniva un mare di gente. Al mattino c’era la gara ciclistica, con corridori da tutt’Italia. L’organizzazione partiva dall’anno precedente, per fare i cascioni con le erbe c’era un lavoro enorme perché le erbe le andavamo a raccogliere a mano. Usavamo anche le ortiche e le bietole, ne dovevamo raccogliere tre o quattro balle. Facevamo anche un cascione doc, con all’interno erbe, rosole e ortiche e venivano fritti. Pensate che questa bontà era finita anche su una rivista “verde oro” e venivano da tutta Italia, con gli autobus, per mangiare i nostri cascioni.

Io come organizzatore facevo il 60%, poi c’era mia moglie e altre 40 persone che stavano negli stand, ora non ce la facciamo più. L’ultima festa l’abbiamo fatta nel 2003. Ho detto “burdei datevi da fare” noi siamo vecchi, le attrezzature ci sono ancora tutte, ma nessuno ha raccolto l’eredità. Io e mia moglie non riusciamo più a seguire tutto”.

Marco Pantani venne qui a girare uno spot televisivo.

Appassionato di ciclismo e organizzatore di gare, il figlio di Pupa, Luca, da ragazzo correva nei dilettanti. È lui a raccontarci che Marco Pantani, quando si allenava con i compagni di squadra della Mercatone Uno, si fermava sempre in quella fontana a bordo strada a riempire le borracce, prima di proseguire per Il Cippo di Carpegna o le Balze.

Questo luogo gli piaceva molto e qui portò una troupe televisiva, per girare uno spot pubblicitario per la Citroen. Le riprese con Pantani si protrassero diversi giorni, c’era anche un sosia di Marco. Quell’anno la sua popolarità era alle stelle: aveva appena vinto giro e Tour, in quei giorni si era sparsa la voce e tanta gente si presentò per assistere alle registrazioni dello spot. Poi successe il patatrac: Marco fu fermato all’ultima tappa di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia del 1999, per ematocrito alto, e lo spot pubblicitario non usci mai. Lasciarono tanti vasi di fiori e piante che utilizzarono per le riprese, una l’ho piantata ed è quella.

La mitica Fontana di Santa Maria d’Antico
La mitica Fontana di Santa Maria d’Antico

Pupa gentilmente ci apre la Chiesa e con orgoglio ci racconta tre aneddoti molto interessanti.

Il primo risale ai tempi della Guerra: la preziosa statua “la Madonna di Luca della Robbia” posta sopra l’altare. Fu pagata 25 Luigi d’oro fiorentini, soldi offerti dai Conti Oliva, fu divisa in tre pezzi e portata a Santa Maria a dorso di mulo. All’epoca della Seconda Guerra Mondiale, i nazisti razziavano le opere d’arte e le portavano via con il treno (ne parla Monuments Men, famoso film diretto e interpretato da George Clooney): così fu deciso di avvolgerla in un lenzuolo e di nasconderla. La seppellirono nel cimitero, che è posto sotto la Chiesa e si raggiunge da una botola posta sotto l’altare.

Finita la guerra, la statua è stata tirata fuori, ma gli anziani fecero un errore: la lavarono con acqua e soda, rovinando le decorazioni in oro.

Il secondo aneddoto è legato al Presbiterio. Il Conte Gian Francesco Oliva, nel 1520, in confessione rivelò di avere un’amante. Per penitenza, oltre alle preghiere, gli fu ordinato di sistemare il Presbiterio come dono alla Madonna di Luca della Robbia. Il Conte fece fare così il Presbiterio  a forma di arco e lo fece inserendo 128 rosoni in pietra Brunellesca.

Però l’amante u gliel’ha messa” ( l’amante l’ha messa) , racconta Pupa: tra i 128 rosoni, nascosto, c’è anche il volto dell’amante, girato verso l’ingresso della Chiesa.

Dettaglio del volto dell’amante nel riquadro del rosone illuminato in foto
Dettaglio del volto dell’amante nel riquadro del rosone illuminato in foto

Terzo aneddoto riguarda l’organo presente all’interno della Chiesa: 510 canne, realizzato nel 1700. “L’abbiamo ristrutturato nel 1993, spendendo ben 38 milioni di lire. Lo suonava il signor Giuliano Masi di Novafeltria”.

Ma la chiesa attualmente ospita ancora funzioni religiose?

“Sì, al venerdì e alla domenica. I fedeli vengono da Novafeltria e anche da Rimini, perché organizzo spesso alla domenica anniversari dedicati alle persone del luogo per cui una decina di parenti viene sempre.

Mediamente d’estate ad ogni funzione religiosa ci sono una quarantina di persone, mentre d’inverno circa la metà”.

Pupa è dunque un abile organizzatore, ma anche un animatore, abile a intrattenere in particolare con le sue barzellette. Ci lascia raccontandocene una.

La Barzelletta di Pupa

La nostra visita a Santa Maria si è conclusa. Rimaniamo sempre piacevolmente sorpresi dalle bellezze storiche nascoste nella Valmarecchiae dall’orgoglio e amore delle persone che abitano in questi luoghi. Pupa ne è fulgido esempio.

Non abbiamo sottolineato una cosa ulteriormente meritevole: i proventi delle feste organizzate venivano tutti utilizzati per la ristrutturazione della Chiesa. Quando verranno a mancare questi personaggi, difficilmente si troveranno giovani pronti a prenderne l’eredità.

Queste bellezze storiche meriterebbero un’adeguata valorizzazione. Da anni sosteniamo il cicloturismo come possibile motore turistico per la Valmarecchia. Ebbene, mentre eravamo in compagnia di Pupa un’altra persona è entrata in Chiesa per visitarla: un cicloturista, anch’egli rimasto colpito dalla bellezza del luogo in cui si trovava.

L’appello di Pupa

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