Sant'Agata Feltria da oggi è senza banca: nessuna risposta nonostante l'occupazione
Vana l'iniziativa da parte di sindaco e cittadini. Alle 11 chiude definitivamente anche lo sportello bancomat

All’indomani dell’occupazione dello sportello bancario Intesa San Paolo da parte dei cittadini di Sant’Agata Feltria, cresce la preoccupazione per la chiusura imminente della filiale. L’occupazione, che ha visto la partecipazione di numerosi abitanti e del sindaco Goffredo Polidori, aveva lo scopo di sensibilizzare la dirigenza bancaria sulla necessità di mantenere attivo il servizio, fondamentale per la comunità locale. Ma, nonostante l’impegno dei manifestanti, nessun dirigente si è fatto vivo e, oggi, martedì 17 dicembre, la filiale chiuderà definitivamente i battenti, portando con sé anche la chiusura del Bancomat, un servizio irrinunciabile per molti.
Nel cuore dell’entroterra romagnolo, Sant’Agata Feltria è un comune che da anni ospita eventi di grande rilevanza, come la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato e la Fiera “Il Paese del Natale”, organizzate dalla Pro loco Locale. La comunità sta vivendo una crescita turistica che rende ancora più evidente l’importanza di un servizio bancario efficiente. Come afferma Davide Cangini, cittadino di Sant’Agata Feltria e membro dell’organo di controllo della Pro Loco, la politica da un lato invita a non abbandonare i piccoli paesi montani, ma dall’altro li priva dei servizi essenziali, come quello bancario.
La chiusura della banca rappresenta un duro colpo, soprattutto per le persone anziane e per le piccole realtà imprenditoriali che, senza uno sportello bancario, dovranno affrontare disagi enormi. “Ci hanno detto che dovremo fare tutto con il cellulare, ma non è così“, continua Cangini, “le piccole aziende rurali e gli anziani necessitano di un servizio fisico, vicino, accessibile. Non possiamo certo percorrere 26 km per raggiungere il Bancomat a Novafeltria, e in più fare lunghe file.“
A complicare ulteriormente la situazione, l’ufficio postale locale non è in grado di sopperire all’enorme carico di lavoro che deriverà dalla chiusura della banca. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale, che aveva proposto di mettere a disposizione locali e pagare l’affitto per mantenere attivo uno sportello bancario sul territorio, ad oggi non sono arrivate risposte positive dalle banche. Le istituzioni bancarie sembrano preferire i grandi numeri e gli alti guadagni, piuttosto che offrire un servizio che, purtroppo, non è più considerato vantaggioso per loro.
“Ma attenzione”, avverte Cangini, “oggi è toccato a Sant’Agata, ma domani potrebbe essere il turno di altri paesi della Valmarecchia. È un problema che riguarda tutta la comunità e va affrontato a livello territoriale, con tutti i comuni della Valmarecchia uniti per salvaguardare i servizi vitali per queste zone.“
Cangini conclude con una riflessione più profonda, preoccupato per le implicazioni future di questa desertificazione dei servizi montani. “Quando si abbandona l’Appennino, il danno grave lo avrà la pianura”, afferma. “Questo territorio diventerà ingovernato dal punto di vista idrogeologico, e le problematiche legate alle acque nella pianura si risolvono prima qui, nell’Appennino, poi a valle, in pianura. Un fiume non si aggredisce quando è tale, ma quando è mille rivoli.”
Così il sindaco di Sant’Agata Feltria, Goffredo Polidori: “Il vero atto di accanimento è stato chiudere il bancomat. È necessario un intervento politico urgente, con una norma di legge che tuteli i piccoli comuni dove esiste un solo istituto bancario. Quando una banca, come Intesa San Paolo, decide di abbandonare queste zone per cercare maggiori profitti, si lascia una comunità senza servizi essenziali. Non possiamo ignorare che molti dei nostri cittadini, in particolare gli anziani, non sono in grado di effettuare operazioni bancarie online tramite smartphone. Forzarli a spostarsi in inverno, con condizioni meteorologiche difficili e su terreni impervi, per raggiungere la filiale di Novafeltria, è un grave disservizio. La chiusura del bancomat non solo penalizza il nostro paese, ma crea anche un ostacolo insormontabile per chi già vive difficoltà quotidiane. Bisogna agire immediatamente per garantire che servizi essenziali come il bancomat rimangano accessibili a tutti”.
La comunità di Sant’Agata Feltria si trova, quindi, sola a fronteggiare questa difficoltà, e ringrazia soltanto i giornalisti, in particolare altarimini.it, che sono stati i primi a dare voce alla protesta e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione.
Questo episodio dimostra quanto sia cruciale preservare i servizi bancari nelle aree montane, non solo per le necessità quotidiane della popolazione locale, ma anche per garantire un equilibrio territoriale che, se trascurato, rischia di compromettere l’intero ecosistema socio-economico della zona.
R.V.