Santarcangelo: "Criticare Israele non è sempre antisemitismo", l'incontro con lo storico Voghera

L'incontro partecipato dal pubblico con lo storico Gadi Luzzatto Voghera

A cura di Redazione
11 gennaio 2025 10:36
Santarcangelo: "Criticare Israele non è sempre antisemitismo", l'incontro con lo storico Voghera - Lo storico Voghera
Lo storico Voghera
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L’antisemitismo e molte interessanti riflessioni sull’attuale situazione geopolitica nel Vicino Oriente (e non solo) sono state al centro dell’incontro, molto partecipato dal pubblico, dal titolo “Ritorna l’Antisemitismo?”, che l’Associazione 24 Apostoli – Ettore Bontempi ha organizzato per venerdì 10 gennaio alle 20.30 nella Biblioteca Comunale Antonio Baldini di Santarcangelo.

Ospite della serata è stato Gadi Luzzatto Voghera, storico, direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano e autore del libro: “Sugli Ebrei. Domande su antisemitismo, sionismo, Israele e democrazia”, edito da Bollati Boringhieri.

Stimolato dalle domande di Gian Vito Antinori, moderatore del dibattito, e da quelle del pubblico, Luzzatto Voghera ha approfondito numerose questioni.

Sul sionismo visto come “volontà di espansione”, ha spiegato:

“Si tratta di un movimento nato in risposta all’antisemitismo molto forte presente alla fine dell’Ottocento e simile ai movimenti nazionalisti dell’epoca. Propugnava la nascita di uno Stato d’Israele e al suo interno esistevano ed esistono partiti diversi che ancora oggi si combattono. Nel 1948, quando lo Stato di Israele prende forma, nasce una narrazione falsa ma dalla presa molto forte che dipinge il sionismo come uno strumento per l’oppressione dei popoli arabi della zona e porta a un complottismo ancora attuale, efficace in chiave antisemita. Si veda anche la vicenda Covid la cui ‘nascita’ è stata narrata da più parti come una creatura voluta da ‘big pharma’, le cui aziende sarebbero controllate dagli ebrei”.

Sulla difficile convivenza fra ebrei e mussulmani, Luzzatto Voghera ha ricordato:

“C’è una spinta forte dell’integralismo religioso ebraico, mussulmano e cristiano verso una manipolazione politica della religione che ha come fine la conquista del potere mettendo gli uni contro gli altri. Un tempo, anche in territori mussulmani, le religioni convivevano e succede ancora oggi che possano coesistere, ma si deve avere un approccio ‘laico’ alle questioni politiche e religiose”.

Sull’attuale leadership israeliana:

“Il mio sguardo di uomo di sinistra e pacifista è critico sulla guida del Paese: è governato da persone non all’altezza. Le frange fondamentaliste ebraiche con Netanyahu hanno acquisito molto potere e non hanno niente da invidiare agli ayatollah in quanto a fanatismo. Dovesse saltare il sistema democratico a causa loro, in Israele i primi a essere fatti fuori sarebbero i veri democratici israeliani. E questa situazione deve essere combattuta”.

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