Santarcangelo nella Giornata dell'unità nazionale e delle forze armate: le parole del Sindaco
Serve attenzione da parte dalla società civile e della comunità internazionale”

Questa mattina (domenica 3 novembre) si sono svolte le celebrazioni della Città di Santarcangelo per il IV Novembre, Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, alla presenza della autorità civili e militari (compreso il Vice Prefetto Fiorangelo Angeloni) e di un pubblico numeroso.
Il sindaco Filippo Sacchetti ha sottolineato come sia importante andare oltre la retorica e interrogarsi sul vero significato di giornate come questa, evidenziando che le celebrazioni dovrebbero anche rappresentare un’opportunità per riflettere sul ruolo delle Forze Armate, ringraziandole per il prezioso lavoro quotidiano che svolgono, spesso lontano dai riflettori. Esse sono impegnate come forze di pace in missioni internazionali e anche sul territorio nazionale, supportando le forze dell’ordine o intervenendo in casi di emergenza, come calamità naturali, che purtroppo si verificano sempre più di frequente.
Durante il discorso, il sindaco si è soffermato anche sulla recente tragedia dell’alluvione che ha colpito la città di Valencia, in Spagna. È stato espresso il cordoglio e la solidarietà della comunità verso le vittime e i loro cari, sottolineando come questo tipo di eventi tocchi da vicino anche l’Italia e rafforzi il senso di solidarietà internazionale.
Riflettendo sul contesto democratico italiano, dove la Costituzione “ripudia la guerra,” è stato evidenziato come il ruolo delle Forze Armate in tempo di pace sia cruciale. Esse hanno il compito di garantire un orizzonte di pace, un obiettivo fondamentale per l’Italia a pochi decenni dall’ultimo grande conflitto mondiale. Tuttavia, è stato osservato come le dinamiche globali destano sempre più preoccupazione: il 2023 ha infatti registrato un record di 59 conflitti in 34 Paesi, il numero più alto dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, con oltre 162mila vittime solo nell’ultimo anno, una cifra che purtroppo continua a crescere.
È stato ricordato anche il rapporto di Oxfam, che indica come 300 milioni di persone abbiano necessità di assistenza umanitaria a causa delle guerre, mentre solo la metà di loro riesce a ricevere il supporto necessario, nonostante le ingenti risorse richieste dal sistema internazionale per far fronte a questa crisi. Tra i conflitti più devastanti, le autorità hanno ricordato quelli in Ucraina e Gaza, responsabili della maggior parte delle vittime, senza dimenticare gli scontri in Siria, Yemen, Sudan e in molti Paesi afflitti da gravi violenze, come Myanmar, Messico e Nigeria.
Davanti a questo scenario, la riflessione ha portato alla domanda su cosa si possa fare, concretamente, per contribuire alla pace. “Serve grande attenzione e capacità di disinnescare le possibili scintille, da parte dalla società civile e della comunità internazionale”, dichiara il sindaco, “la necessità di promuovere processi inclusivi per colpire alla radice le possibili cause e individuare soluzioni comuni per mitigare possibili attriti futuri” vale a livello internazionale, nazionale e locale”.
“L’ascolto e la comprensione, il rispetto e l’inclusione sociale di tutte le comunità sono – o dovrebbero essere – la base del nostro vivere civile, in un processo di valorizzazione delle differenze che troppo spesso, invece, rimane solo sulla carta. A dominare il discorso pubblico, oggi, è la violenza, a cominciare dal dibattito politico: la campagna elettorale per le imminenti elezioni statunitensi, in questo senso, ha dato ancora una volta al mondo un pessimo esempio, sperando che non debba seguire qualcosa di peggio nei prossimi mesi”.
“Dopo un anno di guerra a Gaza, due anni e mezzo di guerra in Ucraina, di fronte agli innumerevoli conflitti in corso che non ho potuto citare uno per uno, mi piacerebbe che si prendesse un po’ più in considerazione la versione pacifista di questa massima: “Se vuoi la pace, prepara la pace”.