Spiagge all'asta, grido di dolore da Riccione: "Multinazionali e grandi catene al posto dei bagnini"
Spiagge all'asta, Diego Casadei, presidente associazione Bagnini di Riccione, rilancia le preoccupazioni del settore

“Dall’1 Gennaio del 2025 rischiamo di perdere i lidi”. Diego Casadei, Presidente dell’associazione Bagnini di Riccione, rilancia la preoccupazione della categoria dopo lo sciopero dello scorso venerdì e nella prospettiva delle concessioni delle spiagge assegnate tramite asta: “Senza diritti di prelazione, senza tenere conto di chi li ha curati e di chi ha dato servizi, sorrisi, contatto umano, dando la possibilità al territorio romagnolo, al territorio italiano, di crescere, di fare turismo”.
“Dal 1 Gennaio del 2025– prosegue – non avremo più i vari Francesca, Maurizio, Damiano, Giovanna, i volti della Romagna, del territorio locale, che in decenni hanno costruito relazioni umane considerando il cliente un familiare con le sue esigenze, i suoi problemi, i suoi gusti. Non avremo più i loro sorrisi ma rischiamo di avere multinazionali, magari straniere, le grandi catene che gestiranno i lidi ed i territori curati con amore da 80 anni dalla gente del posto, da chi la Romagna la conosce tutta”.
Casadei cita lo studio di Unioncamere del 2022 secondo il quale in Italia ci sono 7173 stabilimenti balneari ma quasi 7 su 10 fatturano meno di 250.000 euro. “Nella stragrande maggioranza dei casi– evidenzia Casadei – si tratta di lidi a gestione familiare ed è proprio grazie a questa tipologia di gestione che il cliente ha potuto vivere il rapporto con il territorio”.
“In molti casi– sottolinea – abbiamo gestioni storiche risalenti anche alla terza, quarta generazione. Un passaggio generazionale valido sia per coloro i quali hanno dato un servizio, diventando presidio territoriale, come nel caso di quelle figure note all’opinione pubblica con il nome di bagnino, ma un passaggio generazionale che riguarda anche i clienti. Abbiamo tedeschi, francesi, italiani, inglesi, asiatici, che sono venuti in Romagna da ragazzi e sono ritornati poi con i rispettivi figli e i figli divenuti grandi sono ritornati con i loro figli, nipoti dei ragazzi di un tempo”.
Tutto questo, con la messa all’asta delle concessioni balneari, “rischia di scomparire“.
“Il 31 Dicembre del 2024 tutto verrà azzerato e azzerati anche i sacrifici di intere famiglie romagnole che da 80 anni, con amore, con costanza quotidiana, con il sorriso di sempre, con la gioia del primo giorno, sono riuscite a curare il territorio ad essere presidio anche nell’interesse dello Stato e dell’intera comunità. Un ragionamento che non vale solo per la Romagna ma per l’Italia intera che vive di turismo e di turismo balneare”, aggiunge Casadei.
Quindi, argomenta ancora Casadei, “giusto rispettare le norme europee ma è giusto rispettare le persone, le loro storie, le culture territoriali. Il nostro auspicio è che, nel rispetto delle normative, si possano trovare soluzioni che siano in grado di tutelare il patrimonio umano, il patrimonio culturale possibile nel tempo proprio grazie a coloro i quali per decenni hanno dato sorrisi, condiviso problemi, abbracciato, regalato emozioni“.
Per il presidente dell’associazione Bagnini di Riccione il problema non riguarda però solamente gli imprenditori balneari: “Questi cambiamenti, dal 1 Gennaio 2025, potrebbero coinvolgere anche alberghi o case vacanza e Bed&Breakfast, tutte strutture che hanno convenzioni con io gestori dei lidi. È chiaro che qualora la grande catena alberghiera – conclude Casadei –o il grande gruppo internazionale o nazionale, dovesse avere in gestione i lidi, difficilmente darebbe posti a tali strutture, dunque agli alberghi a conduzione familiare. Si rischierebbe anche questo”.