Strada Marecchiese, un lettore: “Non si vive di sola bellezza ed arte, Valmarecchia in lenta agonia”

Strada Marecchiese, le riflessioni di un lettore di altarimini.it

Nuova Marecchiese

Spett.le Redazione,

sono nato in Valmarecchia più di 70 anni fa, pur vivendo a Roma ho sempre passato molti mesi a Maiolo e ho potuto seguire e vivere la storia della valle.

Della strada veloce se ne parla da ormai 60 anni sia per il collegamento con la Toscana che con la Riviera. Più che la politica grandi gruppi di potere ne hanno impedito la costruzione per vari motivi.

Negli anni la valle è andata impoverendosi, per aziende che hanno chiuso, per mancanza di lavoro cercato altrove, per campanilismi che ne hanno impedito la crescita, iniziative lasciate morire per mancanza di supporto od ostacoli posti dalle amministrazioni locali, aree artigianali che si sono spostate altrove per ripicche di parte, persino per l’isola ecologica “scontri” tra amministrazioni.

Mai nessuno ha valorizzato la valle, amministrazioni cieche senza piani regolatori per agevolare nuovi insediamenti, terreni rimasti agricoli “per favorire i figli degli agricoltori”, figli che da decenni vivono altrove e non fanno più ritorno perché “non c’è più niente” inteso come svaghi, iniziative, progetti.

Ora il problema non è solo la strada, pure molto importante perché per andare a Rimini si impiega circa un’ora se non si incontrano tir, trattori, mezzi agricoli di ogni genere, si incontrano decine di attraversamenti pedonali, semafori, rotonde e rallentamenti di ogni tipo, il problema è l’abbandono della valle che si è bella paesaggisticamente, accogliente per il carattere della gente ma non si vive solo di bellezza e di amore per la valle.

Non mi sembra che ci siano iniziative che tendano a ridurre la lenta agonia della valle, è proprio questa mancanza di collegamenti veloci per le imprese che danno lavoro e il sopportare anche due ore al giorno in auto per raggiungere i posto di lavoro. L’ecosostenibilità è una grande cosa ma deve dare all’uomo ciò che l’uomo da alla natura, non deve limitare alcun progetto. Una linea ferroviaria elettrica forse sarebbe ultimata quando le auto andranno ad idrogeno. Provo amarezza a vedere questo andamento di inerzia costante.

Cordialmente

lettera firmata

2 commenti su “Strada Marecchiese, un lettore: “Non si vive di sola bellezza ed arte, Valmarecchia in lenta agonia””

  1. Condivido a pieni mani l’analisi compiuta sul problema marecchiese. Se tornassimo ai tempi dei romani, i medesimi, con le opinioni di oggi, non avrebbero potuto realizzare strade, ponti, acquedotti ect. Perchè quelle opere alteravano l’ambiente naturale. Andando a tempi più recenti, ricordo ed è storia, che alcune forze politiche negli anni 60 erano contrarie al collegamento Milano Napoli. Smettiamola di schierarci con dei soli no, analizziamo sempre a tutto tondo, l’ordine delle scelte.

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  2. Il tema di una nuova marecchiese, più veloce ed agile, è tema di dibattito da qualche anno. La percorro ogni mattina e non nego ci siano disagi, seppur non tanto gravi quanto spesso si denuncia. Prima di pensare a una nuova strada che andrebbe inevitabilmente a rubare bellezza al territorio, credo che si dovrebbe investire sui mezzi pubblici che al momento sono insufficienti.
    Sembra in particolare che per chi se ne dovrebbe occupare la Valmarecchia finisca a Villa Verucchio.
    Novafeltria ha corse ogni ora nei giorni feriali, ogni due nei festivi; non esiste una corsa notturna per chi volesse restare e attardarsi a Rimini, nè una corsa da Rimini la mattina molto presto, che giunga a Novafeltria prima delle 7.30. Per raggiungere Santarcangelo esistono rarissime corse scolastiche, mai dirette. Per non affrontare il discorso di tutto ciò che vi è intorno (Maiolo, Pennabilli, etc.).
    D’estate, quando il cicloturismo potrebbe aprire tante possibilità, non esiste nessuna possibilità di trasporto bici nonostante una bellissima ciclabile colleghi Rimini a Novafeltria: corse di supporto ai ciclisti meno allenati potrebbero aprire la valle a un cicloturismo familiare sul modello della Val Pusteria.
    Insomma, credo che invece di costruire una nuova strada bisognerebbe togliere auto dalla vecchia, investendo molto nei mezzi pubblici: eviteremmo di deturpare l’ambiente e diminuiremmo l’impatto già esistente.

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