Tanti ricoveri di pazienti fuori Provincia a Rimini: “La nostra sanità è un’eccellenza”

Ricoveri a Rimini di pazienti fuori Provincia, nel 2023 sono stati oltre 5600. La soddisfazione dell’assessore Gianfreda

Il nomadismo sanitario è un fenomeno che dà una fotografia dell’efficienza di un sistema sanitario locale. In pratica è il numero di ricoveri di pazienti di una Provincia diversa.

Nel territorio riminese, la mobilità passiva nel 2023 è stata pari a 1329 ricoveri, la mobilità attiva invece consta di 5684 ricoveri, 3480 all’ospedale Infermi. Quindi per ogni riminese ricoverato fuori Provincia, ci sono cinque non riminesi ricoverati nel nostro territorio.

I dati sono messi in evidenza dall’assessore Kristian Gianfreda, che parla di “scatto in avanti importante” e “sanità che rappresenta un’eccellenza”. Nei primi anni duemila, spiega, era “rinomato il fenomeno del flusso migratorio fuori provincia o regione da parte dei riminesi per cercare le cure in altri ospedali”.

“Questa restituzione numerica non è dunque casuale – l’analisi di GIanfreda – ma il risultato di un sistema sanitario ben strutturato e organizzato, capace di rispondere prontamente e adeguatamente alle esigenze dei pazienti, i quali non hanno bisogno di rivolgersi altrove per ricevere i servizi sanitari e l’assistenza di cui hanno necessità per la loro salute”.

Gianfreda elogia l’alto livello di professionalità del personale dell’Ausl, ma anche delle associazioni del terzo settore come Arop, che ha recentemente festeggiato 20 anni di attività.

All’enorme lavoro dei professionisti della sanità e delle realtà solidali – prosegue Gianfreda – si aggiunge anche l’iter di territorializzazione della medicina intorno al quale amministrazione comunale, in sinergia con l’Ausl, stiamo riprogrammando le attività sanitarie. La prossima commissione di mercoledì (26 giugno) sarà dedicata proprio a illustrare lo stato dell’arte del modello di prossimità, inclusi anche gli avanzamenti fatti per le case di comunità, delle strutture che mirano a garantire una copertura sanitaria capillare e di qualità su tutto il territorio, riducendo pressione sugli ospedali o offrendo cure personalizzate e vicine a casa”.

“La capacità di attrarre pazienti da altre regioni e di trattenere i residenti è un segno tangibile della qualità delle nostre strutture e dei nostri servizi, corroborati anche dal percorso di rafforzamento della medicina a vocazione territoriale, pilatro di questo processo di ulteriore potenziamento e innovazione della nostra sanità”, sottolinea con soddisfazione Gianfreda, che si auspica nel raggiungimento di un livello di assistenza sanitaria adeguato in tutte le Regioni, arrivando alla parola fine del nomadismo sanitario che colpisce soprattutto i più fragili.

“Ma perché sia possibile una maggiore uniformità dei servizi tra i territori, è fondamentale che il Governo centrale prenda un ruolo attivo e deciso nel supportare le amministrazioni regionali, avendo come bussola il concetto di eguaglianza”, chiosa l’assessore.

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