Escursioni in Valmarecchia: il borgo di Torricella e il mistero delle vasche sacrificali

Storie misteriose in Valmarecchia che non tutti conoscono: l’ara sacrificale di Torricella

torricella

Di Riccardo Valentini

In questo periodo autunnale dove ancora il clima concede temperature miti, un buon consiglio è quello passare qualche ora nell’antico Borgo di Torricella per visitare l’affascinante e misteriosa Ara Sacrificale.

Uno dei macabri misteri più interessanti che caratterizzano l’entroterra di Rimini si trova appunto nel piccolo borgo del Comune di Novafeltria immerso nel verde.

Le cosiddette “are sacrificali” o “vasche rupestri”, isolate nelle campagne del territorio è meta di tanti escursionisti che scelgono di immergersi nella natura che caratterizza queste zone. Nonostante la loro importanza storica, la funzione esatta di queste vasche rimane in gran parte sconosciuta.

Escursioni in Valmarecchia: dove si trova l’Ara Sacrificale di Torricella

Arrivati a Torricella e dopo aver proseguito la strada in direzione località Libiano, superate il ponte all’altezza delle ex scuole, dopo qualche centinaio di metri incontrerete l’indicazione  “ara sacrificale”. 

Escursioni in Valmarecchia: il borgo di Torricella e il mistero delle vasche sacrificali

A questo punto, il tempo e lo spazio si fermeranno per qualche istante e davanti agli occhi vi si porrà un magico sentiero fiabesco. Ai suoi lati, delle magiche creature in legno vi accompagneranno fino al grande masso preistorico che, per via delle sue forme, richiama i riti ancestrali degli antichi abitanti.

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Un’atmosfera magica per un luogo incantato, ricreata grazie alla dedizione e alla passione di chi vive e ama questo piccolo paese. Qui, per merito dell’impegno di una piccola associazione di volontari di Torricella, spinti solamente dall’amore per il proprio borgo, il percorso viene mantenuto pulito e curato in ogni suo aspetto. Grazie a Matteo Angeli e il contributo economico dell’associazione volontari di Torricella sono state realizzate delle caratteristiche decorazioni in legno a forma di animali del bosco. “Insieme all’aiuto dei miei concittadini – racconta Matteo Angeli – abbiamo voluto rendere più appetibile e fiabesco il breve percorso in mezzo al bosco che conduce all’Ara”.

Luigi Macini si occupa della manutenzione dell’area tagliando l’erba e i rovi, mentre
Paolo Ricci si è occupato del restauro della celletta e ha realizzato il tavolo e le sedute sulla strada.

Ultimamente, grazie alla costante crescita del cicloturismo nelle nostre zone e al passaggio degli escursionisti che affrontano il cammino di San Francesco Rimini – La Verna e anche alla gente del posto, le visite del sito stanno aumentando.

Ara Sacrificale: la storia e le testimonianze

Come riporta “Romagna da Scoprire”, la funzione di tali vasche rimane piuttosto dubbia. Senz’altro furono impiegate o a scopo conservativo e pratico-produttivo o per finalità religiose. In questo caso sopra di esse venivano sacrificati animali o versati liquidi, come acqua od olio. Pur non essendo definitivamente chiarito il rapporto fra le vasche e la religiosità, in epoca preistorica sacrifici e caccia risultano fortemente interconnessi fra loro: entrambe le azioni, volte all’uccisione di una vittima, generavano il senso di colpa nell’uomo, cosa che poteva sfociare in grotteschi tentativi di restituzione della vittima alla vita.

Nemmeno gli storici locali del XVII e del XVIII secolo menzionano le are; la prima fonte risale a Monsignor Luigi Donati nel 1957. Tuttavia pare che già padre Francesco “Buono” (1607-1683) si raccogliesse in preghiera presso l’ara in gioventù.

L’ara di Torricella è ricavata da un grosso masso di arenaria, situato vicino al Fosso Ca’ San Martino. Il vano maggiore, irregolare e dagli angoli arrotondati, è posto nella sommità della roccia, mentre la vasca minore, più in basso, è prettangolare, priva di bordo su un lato minore e sul piano, in posizione centrale, presenta una coppella. Il masso presenta inoltre intagli decorativi e volti a facilitare la salita su di esso.

Altare sacro: il sacrificio rafforza i rapporti tra uomo e divinità

L’altare, su cui veniva sacrificata la vittima, è un luogo estremamente sacro: esso è il punto in cui l’uomo comunica con gli dei, offrendogli sacrifici, e, proprio per questo, è lo strumento con cui può garantirsi la pax deorum, uno stato di buoni rapporti con la divinità, condizione necessaria per garantire prosperità.

Dunque l’altare grondante di sangue o altri liquidi sacrificali, si fa simbolo di una condizione felice nei rapporti fra umano e divino. Ma, proprio per tale sacralità, l’altare è anche inviolabile: presso di esso trova rifugio il supplice, che non può qui subire violenza, perché, qualora cadesse sulla sacra roccia il suo sangue, esso sarebbe inesorabilmente intaccato da una contaminazione che si estenderebbe su tutta la comunità, in quanto tale atto di violenza rappresenta l’azione opposta al sacrificio. Questa concezione della sacralità dell’altare affonda le sue radici in epoche antichissime, ma si ritrova ancora presso la religiosità pagana greca e romana. Da essa diparte una scanalatura con un salto che conduce a una vasca inferiore più piccola.

Tanti altri “sassi del diavolo” in Valmarecchia

Quello di Torricella, non è l’unico monumento rupestre in Valmarecchia, sono infatti numerosi quelli che in Valmarecchia chiamano “sassi del diavolo” e che richiamano interesse soprattutto per l’alone di mistero che li accompagna. Nel territorio, altri se ne incontrano, anche nei territori di Perticara, Maiolo, San Leo, Pennabilli, Miratoio, Sant’Agata Feltria e Saiano: altri luoghi ideali per le escursioni in Valmarecchia.

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