Un angolo che pochi conoscono: una battaglia lo ha cambiato del tutto, ed è nascosto tra le dune ravennati
Scopri la Foce del Bevano a Ravenna: dune, estuario naturale e la rivoluzionaria battaglia dell’Ortazzo per salvare la costa romagnola.

La foce del torrente Bevano, tra Lido di Dante e Lido di Classe nel territorio di Ravenna, è l’ultimo estuario meandriforme dell’Alto Adriatico, unico nel suo genere perché lasciato libero di evolvere naturalmente. Circondata da una duna costiera viva e da una pineta di pino marittimo, l’area è stata salvata nel 1979 grazie a una storica mobilitazione: la cosiddetta “battaglia dell’Ortazzo”, che ha contrastato la speculazione edilizia e ha portato all’istituzione della Riserva naturale orientata Duna costiera ravennate e foce torrente Bevano.
Una costa millenaria che respira
Il paesaggio è un mosaico dinamico: dune mobili, embrionali e consolidate si alternano a zone umide retrodunali, stagni salmastri e la pineta litoranea. Le dune attive – alte fino a 5 metri – ospitano piante pionieristiche come Ammophila arenaria e Hippophae rhamnoides, mentre nelle lagune vivono salicornia, spartina, puccinellia e juncus. Soprattutto, è l’estuario più naturale rimasto lungo la riviera romagnola, diventato simbolo di ritorno alla natura prima massacrata dal cemento.
Biodiversità e cultura della conservazione
L’area è riconosciuta come Zona Ramsar, Sito di importanza comunitaria IT4070009 e parte del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna. Ospita numerose specie avicole – aironi, cavalieri d’Italia e fenicotteri – e offre habitat vitali per uccelli migratori e nidificanti. Il Bevano stesso è monitorato da organizzazioni come il Parco ed ARPAE, con progetti di citizen science, escursioni educative in canoa e passerelle pedonali per ridurre l’impatto umano .
Un patrimonio da scoprire (e proteggere)
Oggi la Foce del Bevano è meta di escursionisti, cicloturisti e famiglie in cerca di tranquillità. Le visite guidate partono dalla “Bevanella”, ex idrovora restaurata, offrendo tour a piedi e in barca, e ogni escursione racconta la ripresa della biodiversità e del paesaggio di una costa “classe 0” in grado di autoregolarsi. Questo luogo è un invito alla lentezza, a fermarsi ad ascoltare le dune che cambiano e l’acqua che modella la costa da secoli.