Un castello che non è mai stato come sembra: la rocca emiliana con un quadrilatero perfetto

Scopri la Rocca Estense di San Martino in Rio: quadrilatero perfetto, torre ghibellina e i segreti della sala dell’unicorno!

A cura di Redazione
14 agosto 2025 14:00
Un castello che non è mai stato come sembra: la rocca emiliana con un quadrilatero perfetto - Foto: Parma1983/Wikipedia
Foto: Parma1983/Wikipedia
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La Rocca Estense di San Martino in Rio, situata nella provincia di Reggio Emilia, rappresenta uno dei più affascinanti e meglio conservati esempi di architettura militare ghibellina in Emilia-Romagna. Eretta su un antico insediamento terramaricolo – probabilmente di origine protostorica – la rocca viene menzionata già in un documento del 1052, segno della sua rilevanza come punto strategico nella pianura padana. Inizialmente feudo della famiglia Canossa, passò in seguito ai Roberti di Reggio e, a partire dal 1430, sotto il dominio degli Este, diventando un baluardo fondamentale della Signoria ferrarese nei territori occidentali del ducato.

L’edificio sorge al centro del paese, circondato da un fossato ancora visibile, tra ampi spazi verdi e giardini che ne conservano l’isolamento difensivo. Nonostante i numerosi rifacimenti, la Rocca mantiene una configurazione pressoché intatta, con mura, bastioni e torri che evocano l’originario impianto difensivo medievale. Oggi è sede del Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale, della Pinacoteca “Domenico Coppelli” e della Biblioteca Comunale, divenendo così un importante polo culturale locale capace di coniugare storia, arte e divulgazione in uno spazio monumentale di eccezionale pregio.

Un quadrilatero perfetto nel cuore della pianura

La pianta quadrangolare simmetrica della rocca, delimitata da quattro torri agli angoli e fossati perimetrali, costituisce un raro esempio di fortezza razionale medievale perfettamente leggibile ancora oggi. Particolarmente degna di nota è la torre nord-est, unica superstite tra le originarie quattro, che conserva intatte le merlature a coda di rondine, simbolo architettonico delle fazioni ghibelline, e le caditoie per la difesa verticale.

L’interno è scandito da un cortile centrale porticato, con colonne in pietra che risalgono alla seconda metà del Quattrocento. La Cappella di San Giovanni, realizzata nel 1395, custodisce ancora l’altare originale in marmo di Verona, esempio di arredo liturgico tardo-medievale, e il suo portale in pietra scolpita, che si è miracolosamente conservato attraverso guerre e saccheggi. In un contesto pianeggiante e agricolo come quello reggiano, una struttura fortificata così integra rappresenta un documento raro e prezioso dell’epoca medievale, capace di raccontare la continuità del potere feudale e delle architetture militari tra i secoli bui e il Rinascimento estense.

Eleganza estense e arte in sala Unicorno

Durante il dominio degli Este, e in particolare sotto la reggenza di Borso d’Este, la rocca fu ristrutturata e abbellita secondo i canoni signorili dell’epoca. Iniziò così una nuova vita come residenza nobiliare, simbolo del prestigio della corte estense anche lontano da Ferrara. Tra gli ambienti di maggior rilievo vi è la celebre Sala dell’Unicorno, decorata da cicli di affreschi che narrano – in chiave allegorica – la grandezza della Casa d’Este. Gli autori, identificati negli artisti della Scuola degli Erri, resero la sala un capolavoro di pittura simbolica, dove creature mitologiche e simboli alchemici si intrecciano alla mitologia classica e alla spiritualità cortigiana.

Non meno suggestiva è la Sala degli Stemmi, impreziosita da un fregio araldico del Cinquecento che riunisce gli emblemi delle famiglie alleate agli Este, in un susseguirsi di colori, motti e decorazioni che testimoniano il reticolo politico del tempo. Gli ambienti superiori conservano soffitti lignei a cassettoni finemente dipinti, stucchi ottocenteschi e caminetti monumentali, a testimonianza dell’uso continuo della rocca fino al XIX secolo come luogo di rappresentanza e accoglienza.

Nel corso dei secoli, la Rocca ha ospitato banchetti, tornei, concili nobiliari e incontri diplomatici, diventando uno spazio sempre più votato alla cultura e all’identità territoriale. Oggi, accanto alle sue funzioni museali e civiche, ospita mostre temporanee, concerti, eventi enogastronomici e rievocazioni storiche, restituendo alla comunità un luogo di forte valore simbolico, architettonico e identitario.

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