Un evento che ha lasciato tutti senza parole: il misterioso cambiamento di un lago Romagnolo

Tra Bagno di Romagna e Sarsina il Lago di Quarto: seconda per estensione in Romagna, nato da una frana nel 1812, paradiso naturalistico.

A cura di Redazione
04 agosto 2025 10:00
Un evento che ha lasciato tutti senza parole: il misterioso cambiamento di un lago Romagnolo - Foto: Andrea.andreani/Wikipedia
Foto: Andrea.andreani/Wikipedia
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Il Lago di Quarto, incastonato tra i boschi dell’Appennino forlivese a cavallo tra Bagno di Romagna e Sarsina, è il secondo lago più esteso della Romagna dopo Ridracoli, con uno specchio d’acqua ampio quasi 0,9 km² agli inizi del Novecento (ora ridotto a 0,11 km²), che ancora oggi incanta birdwatcher, famiglie e escursionisti. La sua formazione è leggendaria: nel 1812 una frana alti quasi 300 m interruppe il corso del fiume Savio, causando la morte di 18 persone e dando vita a un bacino naturale profondo e misterioso.

Negli anni ’20 fu poi sfruttato per generare energia elettrica: la prima diga e centrale idroelettrica (1922) allagarono il sito, creando un ambiente acquatico ricco di biodiversità, con canneti, salici, ontani e una pineta di pino nero, tuttora rigogliosa grazie a un profondo rimboschimento.

Un’oasi verde tra Appennino e Romagna

Il Lago di Quarto si presenta oggi come un santuario naturalistico: le sue rive ospitano canneti, tifeti, giuncheti, mentre sul fondo vegetale prosperano felci e felastre rare, recensite da botanici locali. Intorno, una varietà stupefacente di fauna: germani reali, folaghe, aironi cenerini e martin pescatore popolano le acque, mentre sul terreno si possono avvistare caprioli, daini, cinghiali, oltre a vipere e bisce nella pineta.

Un percorso ad anello di circa 8 km, ben segnalato, consente di esplorare boschi allagati, guadi di massi ciclopici e passerelle in legno: un’esperienza perfetta per famiglie e birdwatcher, grazie anche alla presenza di pontili per canoa e pedalò, noleggiabili direttamente in loco.

Diga, elettricità e curiosità storiche

Oltre all’impatto naturalistico, il Lago di Quarto è un piccolo gioiello d’ingegneria: la diga costruita nel 1922 dalla SIDAS ha creato un invaso di 0,87 km² con oltre 4,5 milioni di m³ d’acqua. Oggi lo specchio d’acqua è molto diminuito (solo 0,11 km², 0,35 milioni di m³) poiché la diga non ha uno scarico di fondo e il bacino si riempie solo dopo forti piogge.

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