Un fiume che nasconde storie incredibili, il Montone e il suo impatto sulla terra che pochi conoscono

Scopri il fiume Montone in Emilia-Romagna: storia millenaria, canyon segreti e la sfida del “drago” del Medioevo.

A cura di Redazione
04 agosto 2025 18:00
Un fiume che nasconde storie incredibili, il Montone e il suo impatto sulla terra che pochi conoscono - Foto: Perkele/Wikipedia
Foto: Perkele/Wikipedia
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Il fiume Montone, lungo circa 140 km, nasce nelle Foreste Casentinesi a San Benedetto in Alpe e attraversa la valle montana toscano-romagnola – tra Portico, Dovadola, Rocca San Casciano e Castrocaro – prima di confluire nel fiume Ronco e raggiungere Ravenna, dove contribuisce ai Fiumi Uniti che sfociano in Adriatico. Nel medioevo questo corso impetuoso era temuto come un “drago d’acqua”: la leggenda vuole che San Mercuriale a Forlì lo avesse domato con una stola, trasformando la furia idrica in un mito di fede e civiltà.

Una valle scolpita dal Montone tra borghi e canyon

La valle del Montone si estende per circa 55 km, dai 1 100 m delle sorgenti ai 68 m della pianura ravennate, attraversando paesaggi aspri e selvaggi dell’Appennino forlivese. Tra le sue meraviglie naturali spicca il Ponte della Brusia, un antico ponte ad arco a navata unica che scavalca una piscina naturale in un suggestivo canyon fluviale – meta estiva per escursionisti e appassionati di canyoning
siviaggia.it. Gli amanti delle due ruote adorano la valle per i suoi tornanti panoramici, soprattutto lungo la storica SS67, la Via Artusiana, che collega le valli del Montone alle colline di Portico di Romagna, Rocca San Casciano e Castrocaro, presso i quali spiccano borghi medievali, castelli e terme celebri per il loro fascino storico.

Fiumi Uniti, bonifiche e il mito del drago Montone

Ai confini della Romagna, il Montone si unisce al fiume Ronco per dare origine ai Fiumi Uniti, in un’operazione idraulica iniziata nel XII secolo e terminata nel ‘700 per difendere Ravenna dalle inondazioni. Questo lavoro di bonifica e deviazione fu fondamentale per trasformare la Valle Padusa in territorio coltivabile e assicurare sicurezza all’area, spegnendo i fantasmi dei torrenti impetuosi. Ogni primavera, la valle ricorda questo passato con la Festa del Falò a Rocca San Casciano: i rioni si sfidano accendendo giganteschi pagliai sulle rive del Montone, emblema di unità collettiva e controllo sul territorio.

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