Un luogo che domina le colline modenesi: la Rocca Rangoni e il racconto che non conoscevi

Scopri la Rocca Rangoni di Spilamberto: fortezza estense, feste barocche, enogastronomia e curiosità millenarie.

A cura di Redazione
07 agosto 2025 18:00
Un luogo che domina le colline modenesi: la Rocca Rangoni e il racconto che non conoscevi - Foto: Teseo/Wikipedia
Foto: Teseo/Wikipedia
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La Rocca Rangoni si erge con fierezza sulle prime colline modenesi, nel cuore del borgo storico di Spilamberto, poco distante da Modena e affacciata sulle rive del fiume Panaro. Oggi appare come un'elegante residenza nobiliare, ma le sue origini affondano nelle strategie difensive comunali del Medioevo: venne infatti edificata nel 1210 dal Comune di Modena come bastione militare per sorvegliare i confini con Bologna. La sua posizione elevata garantiva un controllo visivo eccellente sull’intera valle del Panaro, crocevia tra pianura e Appennino.

Nel 1353, la Rocca passò alla nobile famiglia Rangoni, fedelissimi alleati degli Este di Ferrara e futuri marchesi. In quell’occasione, la struttura venne potenziata con un sistema difensivo quadrangolare dotato di torri angolari massicce, fossati e ponti levatoi, trasformandola in una fortezza residenziale che combinava esigenze militari e prestigio aristocratico. I Rangoni, abili diplomatici e raffinati mecenati, la scelsero come sede di rappresentanza per ospitare feste, incontri politici, cerimonie di Stato.

Uno degli episodi più emblematici della sua vita nobiliare fu il matrimonio del 1666 tra Filippo I Rangoni e Anna Teresa, celebrato con tre giorni di festeggiamenti, banchetti sontuosi, spettacoli teatrali e musica barocca, che coinvolsero l’intero centro storico di Spilamberto. La cronaca dell’evento descrive l’illuminazione della rocca con fiaccole, l’addobbo delle stanze con arazzi fiamminghi e la presenza di delegazioni nobiliari da tutta l’Emilia Romagna.

Una fortezza estense “da battaglia e da banchetto”

Nata come torre d’avvistamento, la rocca mantenne per secoli un duplice volto: severa e difensiva sul lato nord-est rivolto al Panaro, raffinata e residenziale sul fronte interno rivolto al borgo. Durante il Seicento, sotto la guida del marchese Guido Rangoni, fu oggetto di una significativa trasformazione: vennero realizzati un portico monumentale, una scenografica scalinata barocca, nuovi saloni affrescati con motivi mitologici e floreali, e una galleria pensata per le esposizioni artistiche e i ricevimenti.

Uno degli interventi più romantici avvenne nel XVIII secolo, quando fu costruito un balcone panoramico rivolto al fiume, per consentire alla famiglia Rangoni e ai loro ospiti di contemplare il paesaggio collinare modenese, ammirando il lento scorrere del Panaro e i profili lontani dell’Appennino. Nonostante le modifiche stilistiche, vennero conservate le merlature originali, i camminamenti di ronda, e perfino l’antico pozzo centrale nel cortile, rendendola una residenza militare nobiliare unica nel suo genere.

Corte del gusto, restauri e volontari

Dopo secoli di abbandono parziale e usi agricoli, nel 2005 la Rocca fu acquisita dal Comune di Spilamberto, che la incluse in un progetto di rigenerazione culturale e turistica. I lavori di recupero iniziarono nel 2011, grazie al sostegno di fondazioni locali, volontariato culturale e fondi pubblici, con l’obiettivo di restituire l’edificio alla comunità.

Oggi, dopo un attento restauro, ospita la Corte del Gusto, un centro polifunzionale che celebra i prodotti tipici del territorio modenese, in particolare il celebre Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, protagonista di eventi, degustazioni, incontri gastronomici e mostre. I visitatori possono partecipare a tour guidati denominati “Storie di Signori e Contadini”, che permettono di esplorare ambienti un tempo inaccessibili: sale affrescate, passaggi segreti, cucine di servizio, cortili interni, scoprendo curiosità storiche e aneddoti inediti.

Oltre alle attività culturali, la rocca è oggi una delle location più richieste per matrimoni, spettacoli e concerti all’aperto, mantenendo vivo lo spirito barocco che la contraddistingue. Il cortile interno è sede di rassegne teatrali e musicali, mentre i saloni al piano nobile ospitano esposizioni temporanee e conferenze. È il perfetto esempio di patrimonio storico minore restituito alla vita attraverso l’unione di memoria, architettura e gusto.

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