Una figura che ha sconvolto la storia di Rimini | Il sorprendente racconto di Isotta degli Atti, compagna di Sigismondo Malatesta
Scopri Isotta degli Atti: amante, reggente e figura chiave di Rimini, la donna che plasmò la signoria di Sigismondo Malatesta.

Nella Rimini del XV secolo, una donna di umili origini ascendette al rango di regina de facto, influenzando potere, arte e politica: Isotta degli Atti, amante, poi moglie e reggente al fianco di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Un personaggio che supera i cliché rinascimentali, incarnando realismo, astuzia e capacità di governo.
Da giovane innamorata a sovrana “ombra”
Isotta, figlia di un ricco mercante di lane, incontrò un giovane Sigismondo all’età di 12-13 anni nella sua casa a Rimini, diventando presto amante del signore della città. Nel 1447 diede alla luce un figlio, Giovanni, che però morì pochi mesi dopo, venendo deposto nel Tempio Malatestiano. La loro relazione divenne pubblica al sopraggiungere della morte di Polissena Sforza nel 1449, e nel 1456 i due si sposarono ufficialmente.
La loro unione non fu solo d’amore: Isotta divenne fulcro della corte, ispirando poeti e artisti, generando la cosiddetta “letteratura isottea”
it.wikipedia.org. Un esempio della sua influenza è la prestigiosa medaglia con il suo ritratto, creata da Matteo de’ Pasti, celebrazione artistica del suo ruolo come consorte del potente Malatesta.
Reggenza, potere e tragico epilogo
Dopo l’esclusione di Sigismondo da Roma e la sua temporanea scomunica tra il 1460 e il 1462, Isotta governò Rimini per lui, dimostrando capacità politica e sicurezza. Dopo la morte di Sigismondo nel 1468, proseguì la reggenza per il loro figlio minorenne, Sallustio, fino al 1469, quando l’intrigo culminò con l’omicidio del ragazzo per mano del fratellastro Roberto Malatesta, che reclamò il potere. Isotta morì nel 1474 e fu sepolta nel Tempio Malatestiano, la stessa chiesa da lei tanto ammirata, simbolo del potere che l'aveva elevata.
Curiosità
Lo sapevi che la medaglia con il suo busto riporta l’elefante, simbolo malatestiano, accanto al monogramma “D I” (Donna Isotta)? Un tributo visivo alla sua posizione al fianco del signore di Rimini .