Venezia: vince Jim Jarmusch. Da Gaza agli appelli per la pace, l'impegno del cinema
Dal Leone d’oro a Jarmusch al grido di Gaza con Kaouther Ben Hania, la Mostra si chiude tra premi e appelli per la pace

Il timore che l’82ª Mostra del Cinema di Venezia potesse trasformarsi in una bolla dorata, isolata dai conflitti e dalle tragedie che attraversano il mondo, è stato spazzato via in maniera deflagrante dalla cerimonia di chiusura al Lido. La serata finale ha intrecciato glamour, cinema e attualità, con un filo rosso che ha riportato costantemente l’attenzione sulla tragedia di Gaza e sugli altri conflitti che insanguinano il pianeta.
Il culmine cinefilo, deciso dalla giuria presieduta da Alexander Payne, è stato il Leone d’oro a Jim Jarmusch per "Father mother sister brother", un ritratto intimo di famiglie in crisi. Con il suo consueto aplomb e un abito color prugna, il maestro americano non si è sottratto al mondo intorno: «L’arte non deve per forza parlare di politica per essere politica – ha ricordato – ma l’empatia è uno dei primi modi per affrontare questo tempo che stiamo vivendo».
Il momento più intenso è stato la consacrazione di The voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, premiato con il Leone d’argento – Gran premio della giuria. Il film ricostruisce le ultime ore della bambina di Gaza rimasta intrappolata in un’auto sotto i bombardamenti, in contatto per ore con gli operatori della Mezzaluna Rossa che non riuscirono a salvarla. In sala è esplosa una standing ovation.
«La voce di Hind continuerà a risuonare finché giustizia non sarà fatta», ha dichiarato la regista, in un elegante abito blu elettrico. «Dedico il premio alla Mezzaluna Rossa palestinese e a chi rischia la vita ogni giorno a Gaza: sono i veri eroi, pronti ad ascoltare grida a cui nessuno risponde».
Non solo Gaza. Sul palco si sono susseguiti appelli che hanno toccato anche Ucraina, Rohingya, Iran e altre terre ferite. Valerie Donzelli e Gilles Marchand hanno conquistato il premio per la sceneggiatura con A pied’oeuvre, mentre Gianfranco Rosi ha ricevuto il Premio speciale della giuria per Sotto le nuvole, dedicandolo a tutti i 15 documentaristi presenti in Mostra: «Siamo avamposti di resistenza, testimoni di atrocità che non vanno dimenticate».
Il cinema italiano ha brillato anche con le interpretazioni: Toni Servillo, Coppa Volpi per La Grazia di Paolo Sorrentino, ha unito i ringraziamenti a un pensiero per la Palestina: «Ammiriamo chi ha deciso di mettersi in mare con coraggio, portando un segno di umanità in una terra dove la dignità è quotidianamente vilipesa». Un richiamo rilanciato da Benedetta Porcaroli, miglior attrice nella sezione Orizzonti per Il Rapimento di Arabella: «Ci ricordano che esiste un motivo valido per alzarsi la mattina: si chiama umanità».
La Coppa Volpi femminile non è stata l’unica soddisfazione italiana: Giacomo Covi ha vinto come miglior attore di Orizzonti per Un anno di scuola di Laura Samani.