Vigile del fuoco picchiato a morte, buttafuori a processo. La difesa: "Alcool nella vittima incise sulle cure"

Il 13 marzo si aprirà il processo a Klajdi Mjeshtri, buttafuori albanese, per la morte del Vigile del Fuoco Giuseppe Tucci

A cura di Riccardo Giannini Redazione
08 febbraio 2024 17:15
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Il Vigile del fuoco vittima
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Si aprirà il prossimo 13 marzo il processo a Klajdi Mjeshtri, il buttafuori 28enne di origine albanese che, secondo le accuse della Procura di Rimini, uccise a pugni un Vigile del Fuoco davanti alla discoteca ‘Frontemare’ di Miramare, dove lavorava.

Il processo è stato fissato davanti al Gup, Vinicio Cantarini, dopo che il sostituto procuratore, Davide Ercolani, ne aveva chiesto il giudizio immediato.

Mjeshtri, difeso dagli avvocati Massimiliano Orrù e Piero Ippoliti del Foro di Rimini, è detenuto in carcere a Rimini dal 12 giugno 2023, giorno della morte, sopraggiunta in ospedale, di Giuseppe Tucci, 34 anni, Vigile del Fuoco all’aeroporto di Rimini.

Il 13 marzo il giudice deciderà sul rito abbreviato, chiesto dall’imputato, condizionato all’audizione del medico legale Mauro Pesaresi o in subordine all’acquisizione della sua relazione scientifica.

Secondo la perizia medica della difesa, infatti, Tucci – originario di Foggia e padre di un bimbo – morì dopo ore di agonia successive al pestaggio perché le terapie ospedaliere non ebbero effetto a causa della vasodilatazione dovuta all’assunzione di alcol. In sostanza, in base alla perizia, il Vigli del Fuoco aveva bevuto alcolici per cui i farmaci somministrati per far riassorbire l’ematoma alla nuca, provocato dalla caduta in seguito ai pugni sferrati da Mjeshtri, non avrebbero fatto effetto.

Due le aggravanti contestate dalla Procura, la minorata difesa della vittima decisamente meno prestante fisicamente del buttafuori e l’aver agito in ambito lavorativo. Aggravanti che non escludono la possibilità di processare il buttafuori con rito abbreviato e quindi con un terzo di sconto sulla pena.

Il processo sarà comunque tutto incentrato sulle perizie. Quella di parte che vede nel pestaggio una concausa e la consulenza del Pm che invece stabilisce la compatibilità, con la causa della morte, dei pugni sferrati dal Mjeshtri al Tucci.

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