Secchiano: bici di 5 metri realizzata con materiali di scarto in omaggio al Tour de France

L’incredibile bicicletta di Pier Domenico Cancellieri

di Riccardo Giannini

Una grande bicicletta costruita con materiali di scarto, di 5 metri di lunghezza per 3 metri e mezzo di altezza: è l’omaggio al Tour de France ideato da Pier Domenico Cancellieri, unico residente dell’iconico castello posto sul sasso di Galasso, a Secchiano di Novafeltria.

Pier Domenico è un grande appassionato di ciclismo: “Prendevo le ferie per guardare il grande Pantani affrontare le tappe in salita”. La sua passione per questo sport ha fatto nascere la scintilla per qualcosa che potesse omaggiare la carovana del Tour, ma anche mettere in vetrina l’Alta Valmarecchia, che grazie alla prima tappa Firenze-Rimini sarà “virale”, in tutte le televisioni del mondo. “Mi son detto: bisogna che faccio qualcosa. Il mio sasso (il sasso di Galasso, n.d.r.) è proprio nel punto in cui i ciclisti svolteranno per andare a San Leo”.

L’idea è diventata realtà. Cancellieri ha fatto visita a un falegname della zona e si è rifornito di materiale di scarto. “Ho cominciato dalle ruote, 2 metri e 10 di diametro”. Aiutato da alcuni amici, ha aggiunto anche la figura di un ciclista, con la maglia a pois dello scalatore: “No, non è Pantani, sarebbe irriverente. Però sì, potrei chiamarlo Pogacar, il campione sloveno è bravissimo in salita”.

La particolare “scultura” ha preso forma ed è stata conclusa dopo 6 giorni di lavoro. Costi irrisori: qualche decina di euro in viti e vernici. Tutto installato a regola d’arte, ancorata in piena sicurezza a terra, affinché la grande bici sia resistente anche all’impetuoso garbino estivo. Come d’altra parte i ciclisti del Tour, spesso costretti ad affrontare tappe in condizioni meteorologiche molto sfavorevoli. A completare tutto i fari led che si ricaricano per illuminare la grande bici nelle ore notturne.

Ma alla fine del Tour che fine farà la grande bici? “La smonterò, magari la regalerò. È nato tutto così, da pensionato ho molto tempo. Però spero anche che sia stata l’occasione per ricordare al Comune di Novafeltria del castello…” Un’attrazione turistica che meriterebbe adeguata valorizzazione e che vi abbiamo raccontato in un articolo, qualche mese fa. “Chi vuole venire a vedere il castello è sempre il benvenuto, per lui c’è sempre un bicchiere di vino”, sorride Pier Domenico. La sua opera può diventare il simbolo della Valmarecchia per la Grande Boucle: “Speriamo di valorizzare il nostro bel territorio grazie al Tour de France”.

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