Pedalando tra due mari: in bici da Rimini al Mar Tirreno, tra borghi e colline
Il cicloturismo come chiave per valorizzare anche l’entroterra riminese. Un itinerario mozzafiato lungo 360 km

Il cicloturismo si conferma sempre più una leva strategica per lo sviluppo sostenibile, economico e turistico dei territori. Rimini, già nota per la sua offerta balneare e culturale, potrebbe trarre enormi benefici da una valorizzazione strutturata della mobilità dolce, soprattutto se si guarda al suo entroterra, ricco di paesaggi mozzafiato, borghi storici e potenzialità ancora inespresse.
Ne abbiamo parlato più volte, concentrandoci in particolare sul tema della ciclabile Rimini–Novafeltria, una delle infrastrutture più importanti per il cicloturismo locale. Purtroppo, il collegamento tra le due sponde del fiume Marecchia, in località Pietracuta, rimane ancora incompleto. Da un lato, la pista ciclabile che parte da Novafeltria corre sulla destra del Marecchia e termina proprio in questa zona. Dall’altro, la pista che riparte sul lato sinistro, sotto il suggestivo Santuario della Madonna di Saiano, resta separata dal tratto precedente. Il nodo cruciale è la passerella pedonale e ciclabile che dovrebbe unire le due sponde: attualmente, i lavori sono fermi e il progetto appare ancora lontano da una realizzazione concreta.
Tuttavia, arrivano buone notizie sul fronte della manutenzione e della sicurezza: i lavori per il ripristino della frana che aveva compromesso un tratto della ciclabile presso Ponte Santa Maria Maddalena sono ormai completati e il tratto sarà completamente riaperto. Inoltre, il sindaco di San Leo ha comunicato di aver partecipato a un bando per finanziare la passerella ciclopedonale (ne abbiamo parlato qui).
Una "gravellata" da sogno: dall’Adriatico al Tirreno partendo e percorrendo la ciclabile Rimini - Novafeltria

Rimanendo in tema di itinerari ciclabili, ci ha colpito particolarmente un’esperienza condivisa da Stefano De Marchi sul portale Nest Bike (qui l'articolo), e rilanciata dal gruppo Facebook PisteCiclabili.com: si tratta di un'affascinante traversata in bici gravel, dalla costa riminese fino al Mar Tirreno, a Cecina.
Un viaggio di 360 km, suddiviso in 5 tappe, che tocca paesaggi straordinari e territori storici: dal Montefeltro al Casentino, passando per il Valdarno, le colline del Chianti, le meravigliose strade bianche toscane fino alle pinete della Costa degli Etruschi.

Il percorso parte da Rimini, seguendo la ciclabile del fiume Marecchia. Anche qui, come in Abruzzo — dove di recente è stata inaugurata la ciclovia dei trabocchi — si incontrano i caratteristici trabocchi riminesi, a testimonianza di un territorio che non ha nulla da invidiare ad altri in termini di bellezza e suggestione.

Da lì si prosegue verso Novafeltria, poi Sant’Agata Feltria, attraversando borghi e vallate come Bibbiena, Radda in Chianti e Volterra, fino a raggiungere la costa tirrenica.
Un’esperienza di bikepacking e cicloturismo lento, che esprime appieno le potenzialità dell'entroterra romagnolo come porta d'accesso a percorsi a lunga percorrenza, capaci di attrarre cicloturisti da tutta Europa.
Il ritorno? In treno, con la bici a bordo
Una nota logistica interessante: il rientro può essere facilmente organizzato grazie al trasporto bici offerto da Trenitalia sui treni Regionali e Intercity. Non esistendo collegamenti diretti tra Cecina e Rimini, è possibile pianificare il viaggio di ritorno passando da Pisa, Firenze/Prato e Bologna, sfruttando lo snodo ferroviario emiliano come crocevia tra la linea adriatica e quella tirrenica.
Conclusione
Progetti come la ciclabile Rimini–Novafeltria o l’esperienza “Adriatico–Tirreno in gravel” ci mostrano quanto questo territorio abbia da offrire. Ma è fondamentale che le istituzioni locali, le comunità e gli operatori turistici investano con convinzione in questa direzione, completando le infrastrutture esistenti, come il collegamento di Pietracuta, e promuovendo reti di itinerari capaci di attrarre ciclisti italiani e stranieri.
Il futuro della mobilità turistica passa anche dalla bicicletta. Rimini e il suo entroterra hanno tutte le carte in regola per diventare protagonisti di questo cambiamento.