Rimini, stagione turistica critica: “In realtà è il nostro sistema in crisi da anni. I privati non investono”

Stagione turistica critica per il territorio riminese, ma per Mauro Santinato, albergatore, la crisi è strutturale

Stagione turistica critica

Stagione turistica critica per Rimini e per l’Italia: gli operatori mantengono l’ottimismo per il finale di estate, ma la crisi economica provocata dall’aumento delle bollette, dei prezzi e dei tassi dei mutui si è fatta sentire, incidendo sui flussi turistici nei mesi di giugno e luglio, ma anche in questa prima settimana di agosto.

Per Mauro Santinato, presidente di Teamwork, esperto di turismo e marketing e albergatore, il problema non è costituito da questa stagione turistica critica: le ragioni della crisi, a Rimini, sono più profonde e strutturali. “C’è una crisi strutturale che non vogliamo affrontare – spiega Santinato – così il problema è come andranno le prossime stagioni, non come va quella di ora”.

In soldoni l’offerta al turista, da parte della città (albergatori, imprenditori balneari, commercianti) non è all’altezza, o meglio, non è al passo con i tempi. “Il prodotto è rimasto vecchio, ancorato al passato, in cui la gente veniva in Riviera a fare la vacanza muovendosi con la Fiat 500 e la Simca, senza aria condizionata. Oggi le persone hanno abitazioni più confortevoli. Non possono stare in alberghi fermi agli anni ’60”.

Ecco quindi il problema principale di Rimini, secondo Santinato: la mancanza di investimenti da parte del privato per riqualificare l’offerta turistica. “Gli investimenti li fa solo il pubblico. Pensiamo alla riqualificazione del lungomare. La città è stata abbellita e va dato atto di questo alle amministrazioni comunali degli ultimi 10 anni. Ma dentro il contenitore non c’è il contenuto”.

Così Rimini “ha dato l’immagine di una città più curata”, ma, evidenzia Santinato, “se guardiamo la spiaggia, gli alberghi, i pubblici esercizi e il commercio siamo in una situazione allarmante”.

I concetti di riqualificazione e investimento non devono però indurre a un errore. “Rimini non deve puntare a un turismo di massima qualità. Per la sua natura e le sue dimensioni non potrà mai essere esclusiva. Anzi, il più bello slogan di Rimini è stato quello coniato negli anni ’90 da Pietro Leoni, presidente di quella che era ai tempi Rimini Turismo. Rimini è fatta per incontrarsi. Questa è la natura di Rimini”.

Non è quindi il problema il dover decidere puntare sul turismo di massa o di qualità. Rimini deve essere una città pronta ad accogliere chiunque. “Gli alberghi a uno o due stelle devono comunque offrire un servizio adeguato. Poi certo servirebbero anche più alberghi a cinque stelle. In Italia gli alberghi a uno o due stelle stanno chiudendo. Ma non perché non ci sia richiesta, è che queste strutture devono essere comunque adeguate”.

Il turista che può permettersi un albergo a 1 o 2 stelle si ritrova ad avere un’offerta inadeguata e rinuncia alla vacanza a Rimini. Ecco che entra dunque in gioco il concetto di riqualificazione. Rimodernare la città. Alberghi, negozi, stabilimenti balneari. “Il concetto chiave è questo: è l’offerta che crea domanda”.

Un concetto importante anche per comprendere le necessità del turismo giovanile. I giovani turisti stanno scomparendo da Rimini. Sono i giovani cresciuti con i social, che cercano la bellezza degli angoli cittadini da immortalare nelle stories, ma anche dei locali e delle attività che frequentano durante il soggiorno. Se tutto questo non viene garantito, il turista giovane si allontana. “Li stiamo perdendo. Ci sono gli adolescenti che non possono ancora andare in vacanza per conto loro. Quando hanno 18 anni, vanno tutti a Ibiza. La movida? C’è la polemica sui chiringuitos, ma alla fine sono tutti ragazzi riminesi, al massimo dell’entroterra”.

Stagione turistica critica, gli alberghi continuano a chiudere

A Rimini gli alberghi non vengono ristrutturati, ma chiudono. Ed ecco un’altra causa della crisi strutturale del sistema turistico. La ricerca di Sociometrica è interessante, ma è stato omesso un dettaglio: Rimini dal 2014 ha perso progressivamente il 7% di presenze turistiche. Siamo in una fase di contrazione, ogni anno chiudono alberghi, mentre in passato venivano aperti. Con meno posti letto, come è possibile fare più presenze? E ribadisco, non è che manca la domanda. È l’offerta a crearla“.

Negli anni ottanta gli alberghi erano circa 1600, oggi sono quasi la metà, circa 900. “Poi saranno 850”, evidenzia Santinato. E il primato di Rimini come città balneare per valore aggiunto turistico, circa 1,5 miliardi di euro, rischia di essere una vittoria di Pirro: “Rimini è davanti a Jesolo, ma Rimini ha 900 alberghi, Jesolo ne ha 300”.

C’è tanto da fare e per Santinato serve anche un atteggiamento diverso. “A Rimini, da 30 anni a questa parte, ci rifugiamo dietro a un mantra, dietro a un slogan: i panni sporchi vanno lavati in casa. Nascondiamo i problemi, cercando di dare un’immagine edulcorata e positiva seguendo il principio del parlare bene, perché i turisti poi non vanno nelle località in crisi“. Invece il modello turistico di Rimini, se non in crisi, qualche scricchiolio lo presenta.

Ma chi parte dalla realtà e dall’analisi della realtà per trovare una soluzione viene definito un gufo“, rileva Santinato, che invoca quindi un cambio di mentalità, senza negare ovviamente i meriti che Rimini ha conseguito nel tempo. “Per i grandi eventi, fieristici o meno, Rimini è imbattibile. Ha ancora la leadership. Ma per il resto? Gli altri guardano avanti e vanno avanti. Noi siamo fermi. E dire che siamo i numeri 1 non aiuta a capire i nostri limiti”.

Riccardo Giannini

17 commenti su “Rimini, stagione turistica critica: “In realtà è il nostro sistema in crisi da anni. I privati non investono””

  1. Buongiorno a tutti, io ho un albergo anni 60, da 10 anni b&b per via dei costi del personale, nei 4i mesi estivi faccio fatica a guadagnare quel tanto per arrivare al maggio dell’anno successivo, dove li prendo i soldi per ristrutturare? Me li stampo o faccio un mutuo che pagherò in 150 anni?

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  2. il problema e’ che a rimini,molte strutture non sono piu’ riqualificabili, si dovrebbe poter abbattere per poi ricostruire, ma con questi prezzi ed una estate di 4 mesi e’ impossibile rientrare

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  3. Con tutti quei buffoni che hanno messo in crisi, gettando nel caos l’intero settore balneare italiano, per il quale, da diversi anni non vengono più effettuati investimenti a causa delle enormi incertezze. Gli stabilimenti balneari sono diventati delle catapecchie con attrezzature fatiscenti, e i BALNEARI gestori di ristoranti, bar, discoteche, luoghi di intrattenimento, alberghi e quant’altro, una volta brillanti, sono diventati degli “zombi” in una gravissima crisi senza fine. DI CHI È LA COLPA?!

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    • Di chi , da 70 anni , dirige Rimini in direzioni sbagliate succhiando risorse ai privati per regalare alle partecipate e ai monopolisti del commercio ! Il motto è “si fa come dico IO” o niente . Se dirigessero un’impresa sarebbero stati licenziati tanti anni fa

  4. Uno che parla di “costi del personale” può solo farsi un esame di coscienza. Il personale per un’azienda deve essere una risorsa che porta all’aumento del reddito. Se diventa un “costo” non si è fatto certo un buon lavoro.

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  5. Sono dell idea che per tornare in auge bisogna cambiare …dare la possibilita’ a chi ha pensioncine a 1 o 2 stelle di convertirle ,dietro pagamento. in nuovi appartamenti Chi rimane 300 o 400 alberghi avranno una maggiore richiesta e quindi maggiori entrate….
    alberghi con strutture adeguate ai tempi….ma la politica del comune non e’ questa….ho letto che vorrebbero trasformare dette pensioni in posti per lavoratori o altro…..quindi per loro bisogna rimetterle a posto investendo un pozzo di soldi per poi vendere camere a stagionali o studenti o altri lavoratori a camere al costo di quanto? 15 ,,20 euro……un ideona

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    • Lasciare convertire in appartamenti con il patto fideiussorio di ricostruire o rimodernare o investire in nuovi alberghi con il capitale rientrato

  6. Il mercato turistico in Italia si è distribuito meglio dalle riviere alle città d’arte ecc.. il turista non accetta più la massificazione in posti come Rimini e meglio trasformare le strutture in appartenenti che insistere negli Hotel

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  7. Analisi perfettamente lucida che immortala la realtà della riviera.Al di la del momento economico complicato ,l’ offerta della riviera è globalmente obsoleta,stantia.Sa di muffa e lo si percepisce nel commento sul personale identificato come un puro costo.Il personale è una risorsa, interloquire con una persona sorridente ed empatica fa la differenza,ti fa sentire bene.Perche’ certe strutture alberghiere hanno lo stesso personale da anni ? forse perché il dare -avere è soddisfacente per entrambi…Turismo di massa oggi ha quasi un non so’ che di “negativo” ma rivisitarlo e innovarlo sfodera una potenzialità incredibile..Sveglia riviera! L ‘orologio corre..

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  8. Purtroppo i costi sono sempre più elevati ( cibo, luce, gas ) il personale costa e non è che non lo si voglia pagare il giusto ( almeno per quanto ci riguarda ). La burocrazia è tanta, la clientela chiede tanto e vuole spendere non più di tanto. La verità è che la differenza tra ricavo e spese è ormai troppo bassa a soldi per gli investimenti non c’è ne sono, per cui inevitabilmente prima o poi i piccoli alberghi a gestione familiare devono chiudere soprattutto se non hanno messo da parte qualcosa negli anni buoni ( parlo di 20 anni fa ormai ) È una fortuna se si riesce a vendere a qualche grosso imprenditore che magari ha soldi da investire o magari da riciclare ( sempre soldi sono a sto punto ). Dallo stato mai ricevuto nulla. Bisognerebbe istituire un prestito a fondo perduto per permettere di sopravvivere qualche anno in più, ma non mi pare che l italia brilli per questo tipo di soluzioni alle imprese ( che poi soluzioni non sono, sarebbero ormai solo cure per malati terminali ). Questo è quanto. Però se tanti soldi vengono spesi nel pubblico perchè ogni tanto non pensare anche al privato in difficoltà. In fondo chi fa girare l economia sono le imprese che pagano le tasse, e se le imprese chiudono il sistema crolla.

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    • Buongiorno,
      da frequentatore di Rimini negli anni, da prima come turista, oggi tappa di lavoro 4/5 volte l’anno compreso la presenza ad un paio di fiere.
      Facendo un’analisi nel tempo, ho notato che non è più la Rimini delle discoteche, dove la competizione tra esse faceva registrare bei numeri, con la presenza dei giovani, anche d’Inverno. Calata questa forma di turismo che secondo me, può tornare a essere sviluppata dando spazio e supporto agli investitori del settore.
      Fortunatamente al calo vertiginoso di questo tipo di turismo, è coinciso il bum dei Russi, Ucraini e tutti i popoli dell’ex Unione sovietica; che ha garantito incassi e presenze fino alla pandemia. La quale complice poi la guerra in atto, hanno azzerato completamente quest’altra fonte di turisti. Ora i numeri belli si vedono solo in occasione di qualche fiera nemmeno tutte.
      Ho visto crescere in questi anni il turismo per famiglie e quello termale. Due forme di turismo però che lascia poco e investe meno per una vacanza, in quanto le famiglie devono fare comunque quadrare il bilancio domestico per non sprofondare e con i figli da mandare a scuola a settembre, non so quando possono spendere e spandere I frequentatori delle terme, sono per lo più anziani pensionati, che si regalano quei giorni di relax in virtù di convenzione e iniziative mirate dei loro Comuni.
      In virtù di tutto questo, penso che le soluzioni siano diverse ma da adottare in contemporanea. Vanno bene le fiere e magari incrementarne di interesse collettivo. C’è uno stadio che potrebbe ospitare eventi importanti e magari unici. E in fine far tornare in voga quella immagine della Rimini dove si rimorchia, si balla nelle discoteche più belle di Europa e si vive di notte.
      Certo non è facile ma si ci può provare, d’altronde tanti proprietari di strutture e investitori, hanno vissuto quella Rimini lì e hanno chiaro il ricordo degli incassi dell’epoca.
      Il punto semmai è se la classe degli amministratori locali, possa essere preparata a queste politiche turistiche.

  9. L’articolo ha centrato il punto. Nel 2005 in università cattolica, Rimini fu presa come caso studio in una lezione di marketing.
    Sintetizzo, tra le varie opzioni che all’epoca si ritenevano vincenti era L accorpamento di più hotel, così si potevano offrire servizi migliori.
    La politica della riconversione a case private è errata porta alla morte del turismo e del suo indotto.
    —- a mio avviso nel 2023 non si può ragionare ancora con , il Trentino Alto Adige insegna

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    • Se posso aggiungere una mia osservazione da chi vede certi problemi da fuori, è quella della cecità di alcuni nostri ministri (in modo particolare quello della Pubblica Istruzione) che insiste a volere gli esami di riparazione in Agosto (e non a Settembre come una volta) togliendo la possibilità a tante famiglie di fare vacanze quando i prezzi sono più bassi ed non consentendo a tanti piccoli alberghi di avere un discreto flusso anche dopo il Ferragosto.

  10. Sarà una ristrutturazione automatica!! Dove tutti perderanno!!! Io vengo da voi da 54 anni, la prima volta avevo 4 anni. Venivo con i miei genitori e poi con i miei figli che appena maggiorenni hanno smesso di seguirci considerando Rimini sorpassato!!!! Sono stato in diversi Hotel ma in uno in particolare mi sono sempre sentito a casa, Hotel Usa Miramare. Hotel che dopo tanti anni e clienti super affezionati ha pero’ venduto!!! Per il resto ho potuto verificare un continuo e costante declino nell’offerta, nei contenuti e nei rapporti personali. I negozi sono sempre più Pakistani o Cinesi, le spiagge sempre più obsolete, le offerte sempre tradizionali con un mondo che va sempre più verso pacchetti all inclusive!!!! Sembra tutto fermo perché poi il vero obiettivo è spellare il più possibile il CLIENTE!!!! L’unica cosa rimasta uguale e comune quasi a tutti è il pagamento, lo scontrino inesistente!!! Una cosa, che proprio quest’anno, mi è capitata!!! Alla richiesta di quanto fosse per 2 lettini e 1 ombrellone ho allungato la carta di credito vedendo l’umore del gestore che cambiava (in negativo) poi il poss alla mattina, 9,30 che non funzionava poi l’altro con la batteria scarica!!! Dai queste cose hanno rotto il cazzo!!! In bocca al lupo ma sicuramente anche per me è l’ultima volta.

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  11. Semplicemente esiste la concorrenza, non è solo italiana ma anche europea (Croazia, Albania, Grecia, Spagna…)

    Il mare inoltre non aiuta, negli anni passati ciò era trascurabile dai giovani grazie alle varie discoteche….

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