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Rimini, stagione turistica critica: "In realtà è il nostro sistema in crisi da anni. I privati non investono"

Stagione turistica critica per il territorio riminese, ma per Mauro Santinato, albergatore, la crisi è strutturale

A cura di Redazione
09 agosto 2023 11:33
Rimini, stagione turistica critica: "In realtà è il nostro sistema in crisi da anni. I privati non investono" - Nel riquadro Mauro Santinato
Nel riquadro Mauro Santinato
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Stagione turistica critica per Rimini e per l’Italia: gli operatori mantengono l’ottimismo per il finale di estate, ma la crisi economica provocata dall’aumento delle bollette, dei prezzi e dei tassi dei mutui si è fatta sentire, incidendo sui flussi turistici nei mesi di giugno e luglio, ma anche in questa prima settimana di agosto.

Per Mauro Santinato, presidente di Teamwork, esperto di turismo e marketing e albergatore, il problema non è costituito da questa stagione turistica critica: le ragioni della crisi, a Rimini, sono più profonde e strutturali. “C’è una crisi strutturale che non vogliamo affrontare– spiega Santinato – così il problema è come andranno le prossime stagioni, non come va quella di ora”.

In soldoni l’offerta al turista, da parte della città (albergatori, imprenditori balneari, commercianti) non è all’altezza, o meglio, non è al passo con i tempi. “Il prodotto è rimasto vecchio, ancorato al passato, in cui la gente veniva in Riviera a fare la vacanza muovendosi con la Fiat 500 e la Simca, senza aria condizionata. Oggi le persone hanno abitazioni più confortevoli. Non possono stare in alberghi fermi agli anni ’60”.

Ecco quindi il problema principale di Rimini, secondo Santinato: la mancanza di investimenti da parte del privato per riqualificare l’offerta turistica.“Gli investimenti li fa solo il pubblico. Pensiamo alla riqualificazione del lungomare. La città è stata abbellita e va dato atto di questo alle amministrazioni comunali degli ultimi 10 anni. Ma dentro il contenitore non c’è il contenuto”.

Così Rimini “ha dato l’immagine di una città più curata”, ma, evidenzia Santinato, “se guardiamo la spiaggia, gli alberghi, i pubblici esercizi e il commercio siamo in una situazione allarmante”.

I concetti di riqualificazione e investimento non devono però indurre a un errore. “Rimini non deve puntare a un turismo di massima qualità. Per la sua natura e le sue dimensioni non potrà mai essere esclusiva. Anzi, il più bello slogan di Rimini è stato quello coniato negli anni ’90 da Pietro Leoni, presidente di quella che era ai tempi Rimini Turismo. Rimini è fatta per incontrarsi. Questa è la natura di Rimini”.

Non è quindi il problema il dover decidere puntare sul turismo di massa o di qualità. Rimini deve essere una città pronta ad accogliere chiunque.“Gli alberghi a uno o due stelle devono comunque offrire un servizio adeguato. Poi certo servirebbero anche più alberghi a cinque stelle. In Italia gli alberghi a uno o due stelle stanno chiudendo. Ma non perché non ci sia richiesta, è che queste strutture devono essere comunque adeguate”.

Il turista che può permettersi un albergo a 1 o 2 stelle si ritrova ad avere un’offerta inadeguata e rinuncia alla vacanza a Rimini. Ecco che entra dunque in gioco il concetto di riqualificazione. Rimodernare la città. Alberghi, negozi, stabilimenti balneari. “Il concetto chiave è questo: è l’offerta che crea domanda”.

Un concetto importante anche per comprendere le necessità del turismo giovanile. I giovani turisti stanno scomparendo da Rimini. Sono i giovani cresciuti con i social, che cercano la bellezza degli angoli cittadini da immortalare nelle stories, ma anche dei locali e delle attività che frequentano durante il soggiorno. Se tutto questo non viene garantito, il turista giovane si allontana.“Li stiamo perdendo. Ci sono gli adolescenti che non possono ancora andare in vacanza per conto loro. Quando hanno 18 anni, vanno tutti a Ibiza. La movida? C’è la polemica sui chiringuitos, ma alla fine sono tutti ragazzi riminesi, al massimo dell’entroterra”.

Stagione turistica critica,gli alberghi continuano a chiudere

A Rimini gli alberghi non vengono ristrutturati, ma chiudono. Ed ecco un’altra causa della crisi strutturale del sistema turistico. La ricerca di Sociometricaè interessante, ma è stato omesso un dettaglio: Rimini dal 2014 ha perso progressivamente il 7% di presenze turistiche. Siamo in una fase di contrazione, ogni anno chiudono alberghi, mentre in passato venivano aperti. Con meno posti letto, come è possibile fare più presenze? E ribadisco, non è che manca la domanda. È l’offerta a crearla“.

Negli anni ottanta gli alberghi erano circa 1600, oggi sono quasi la metà, circa 900. “Poi saranno 850”, evidenzia Santinato. E il primato di Rimini come città balneare per valore aggiunto turistico, circa 1,5 miliardi di euro, rischia di essere una vittoria di Pirro: “Rimini è davanti a Jesolo, ma Rimini ha 900 alberghi, Jesolo ne ha 300”.

C’è tanto da fare e per Santinato serve anche un atteggiamento diverso.“A Rimini, da 30 anni a questa parte, ci rifugiamo dietro a un mantra, dietro a un slogan: i panni sporchi vanno lavati in casa. Nascondiamo i problemi, cercando di dare un’immagine edulcorata e positiva seguendo il principio del parlare bene, perché i turisti poi non vanno nelle località in crisi“. Invece il modello turistico di Rimini, se non in crisi, qualche scricchiolio lo presenta.

Ma chi parte dalla realtà e dall’analisi della realtà per trovare una soluzione viene definito un gufo“, rileva Santinato, che invoca quindi un cambio di mentalità, senza negare ovviamente i meriti che Rimini ha conseguito nel tempo. “Per i grandi eventi, fieristici o meno, Rimini è imbattibile. Ha ancora la leadership. Ma per il resto? Gli altri guardano avanti e vanno avanti. Noi siamo fermi. E dire che siamo i numeri 1 non aiuta a capire i nostri limiti”.

Riccardo Giannini

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