Teatro, danza e poesia: dal 9 al 15 ottobre torna a Rimini il Festival Voci dell’Anima
Il programma completo

Giunge alla sua XXIII edizione il Festival Voci dell’Anima che si svolgerà dal 9 al 15 ottobre al Teatro degli Atti di Rimini, diretto da Maurizio Argan e Alessandro Carli, ideato e promosso da Teatro della Centena con ResExtensa, in collaborazione con Comune di Rimini. L’edizione 2025 si realizza con il contributo della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Libera Rimini, Ermo Colle, Teatro del Cerchio di Parma, Hotel Villa Lalla, La Fiaschetteria del Re.
Anche meno… è il titolo della nuova edizione del Festival, composta da 16 spettacoli di teatro e danza, selezionati su 84 candidature ricevute, reading di poesia, incontri, laboratori che offrono nuovi e differenti sguardi sulla realtà arricchendo, grazie alle proprie intenzioni e agli esiti ottenuti dalla rassegna, la proposta teatrale di Rimini.
«Anche meno è la frase che dovremmo rispondere a chi ci ha fatto sentire sbagliati, a chi ci ha fatto credere di non essere mai abbastanza e non essere all’altezza, a chi ci ha voltato le spalle e a chi ci ha guardato in faccia facendo finta di vederci, - scrive la direzione artistica - Ma abbiamo imparato che non c’è migliore risposta di dire, con un sorriso, ma anche meno perché non c’è nulla di sbagliato in ciò che siamo e facciamo, perché saremo sempre noi stessi, sempre e comunque».
Tutte le serate avranno inizio alle ore 20.30 con Animali da Palco, reading di poesia i cui testi, originali o rielaborati, favorendo autori emergenti o non conosciuti, verranno interpretati dalle voci di Loredana Scianna e Teresio Troll, insieme ai suoni di Toni Salvatori. Ogni serata rappresenta un vero riferimento per gli amanti della poesia e della scrittura. Due date dei reading, intitolate La Gabbia, sono ispirate alle fotografie e ai ritratti di Dino Morri.
GLI SPETTACOLI
Come sempre il Festival presenterà, a partire dalle ore 20.30, dopo gli Animali da Palco, più spettacoli nella stessa serata che si susseguiranno al Teatro degli Atti fino alle ore 23.
Ad inaugurare giovedì 9 ottobre (ore 21) sarà Rosaria, regia di Davide Iodice, con Monica Palomby e Chiara Alborino, capitolo di un’antologia scenica in divenire, dal titolo Esclusi, che accoglie le ricerche drammaturgiche di giovani autrici e autori fortemente compromessi con il reale e le sue trasformazioni sociali. Nato nell’ambito del ciclo Officina della Scuola elementare del Teatro/conservatorio popolare per le arti della scena, ideato e diretto dallo stesso Iodice, Esclusi è un progetto di antropologia sociale, prima ancora che teatrale, originato da una pratica scenica di prossimità e testimonianza. L’antologia ricompone e vuole riscattare le vite di figure socialmente sconsacrate, di vissuti marginali, ferita aperta di una società diseguale. Questo primo ‘volume scenico’ è ispirato e dedicato a Rosaria, alcolista e senza fissa dimora, demone e cattiva coscienza dei decumani napoletani: morta senza cordoglio.
Una serata di danza è quella che si svolgerà venerdì 10 ottobre, dalle ore 21, con vari spettacoli a partire da St(r)ati, coreografato e danzato da Veronica Parlagreco in un solo che indaga il tema della scoperta di sé e delle pressioni legate al conformismo sociale. Il titolo, che unisce le parole "strati" e "stati", simboleggia i livelli e le condizioni che si assumono per rispondere alle aspettative della società. La performance affronta l’impatto delle pressioni sociali sulla salute mentale, evidenziando la tensione tra l’adesione ai modelli esterni e l’accoglienza delle proprie vulnerabilità. Ispirato al pensiero di Brené Brown sul "coraggio di osare", St(r)ati mette in luce la forza necessaria per esporsi e mostrarsi nella propria fragilità.
Seguirà alle ore 21.40, Beyond 26 della Compagnia Mind in Movement, coreografia di Sophie Tukker e Carmine Vigliotti, sull'esplorazione della comunicazione moderna nelle relazioni interpersonali, evidenziando la difficoltà di mantenere connessioni autentiche. Il titolo è stato scelto per lo strumento utilizzato per creare il linguaggio: le parole. Per creare parole si usano le 26 lettere dell'alfabeto, ma la comunicazione va oltre. I ballerini, attraverso il movimento, esprimeranno le sottili variazioni della comunicazione verbale e non verbale, esplorando come gesti, espressioni e linguaggio del corpo, plasmano l'interazione.
Alle ore 22.30 la compagnia Hunt Danza Contemporanea presenta Whisper, studio 2, di e con Elisa Ricagni e Leonardo Carletti. Un duetto intimo, dove le parole trattenute, le emozioni sospese e le paure condivise si muovono nella fragile distanza tra due persone. La danza diventa un sussurro, un movimento che esprime fiducia e vulnerabilità. I danzatori restano in costante bilico tra il desiderio e la necessità di instaurare una relazione profonda con l’altro e il timore che ne deriva, la paura di non essere compresi o di mostrare le proprie debolezze.
Sabato 11 ottobre (ore 21.15) andrà in scena Quell'attimo di beatitudine di e con Christian di Filippo, una produzione Compagnia AMAranta Indoors/A.M.A. Factory. Lo spettacolo, vincitore di Ermo Colle 2024, è la storia di N che vive in una Citroen Diana da dieci anni e passa le giornate a guardare la gente negli appartamenti del palazzo di fronte attraverso le loro finestre. N scrive molte lettere, anche per far sì che il quartiere venga tenuto in modo decoroso, solo che nessuno si è mai accorto di lui. Un giorno però, sentendosi tutti osservati, i condomini decideranno di mandarlo via... Partendo dal teatro del drammaturgo inglese Alan Bennett, lo spettacolo è un’indagine contemporanea sulla Fede e di come questa venga usata e abusata per fini commerciali ma affronta anche il tema della Bellezza, quella che potremmo scorgere se ci fermassimo a guardare le cose così come sono, pur rischiando di risultare strani agli occhi degli altri.
A seguire, alle ore 22.30, la Compagnia Franco Ferrante presenta The Lost King - Riccardo III, di e con Franco Ferrante, riscrittura drammaturgica di Lidia Bucci, un progetto artistico che nasce dalla necessità di indagare una delle figure più controverse della storia, letteraria e drammaturgica, come Riccardo III. Il lavoro drammaturgico e attoriale porta in scena contemporaneamente la storia di Riccardo di Gloucester raccontata da Shakespeare e le stesse vicende immaginate come se fossero restituite e commentate dalla voce di Riccardo III, il vero Riccardo. La sfida di Ferrante e Bucci è quella di concedere a Riccardo la possibilità di raccontarsi con il linguaggio della stessa arte della dissimulazione di cui era maestro, sospendendo il giudizio, cosicché la più alta arte della finzione, il teatro, diventi strumento per raccontare una verità o almeno una parte di essa.
Una serata di danza è quella di domenica 12 ottobre che si aprirà con Viola(ta) di AlphaZTL, regia e coreografia Vito Alfarano, con Aurora Zammillo, una performance di danza contemporanea che affronta “a viso aperto” la violenza contro le donne, tema che non deve essere sottaciuto, perché insistere non è mai abbastanza. Denunciare è il primo passo verso la libertà, la riconquista della propria dignità e soprattutto la salvezza.
Seguirà Dive, una creazione di Collettivo Nanouk, di e con Marianna Basso e Daniel Tosseghini. Partendo dalla sindrome del pesce rosso, viene ricreato l'alieno, il diverso, spoglio di ornamenti, di preconcetti e congetture. Se qualcuno proveniente da un altro mondo giungesse sulla Terra e osservasse l'umanità, probabilmente troverebbe incredibilmente strani e persino immorali comportamenti che per noi sono del tutto normali. Le dinamiche sociali, i conflitti, la continua ricerca di identità, le rigidità nei ruoli di genere e le aspettative culturali, apparirebbero completamente incomprensibili se osservati senza il filtro delle nostre convinzioni e abitudini quotidiane.
Al termine, la Compagnia Il Tempo Favorevole presenta Al tempo stesso. Solo di Danza e parola, di e con Veronika Aguglia, con un frammento da Clitemnestra di Antonella Di Salvo. Al centro il corpo di una donna incarna storie di tante donne. Nell’intimità notturna tipica del sogno, e nello spazio ristretto di una camera, dal mito al dialetto, dalla cronaca alla poesia, riecheggiano i temi dell’abbandono amoroso, dello sfruttamento, della violenza, della vendetta e del riscatto della natura. L’intrusione del gesto danzato nella parola e viceversa, genera complessità. Quel che ne risulta è un flusso continuo di storie che si sovrappongono come dentro a un mondo onirico, personale e universale al tempo stesso.