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Ospedale di Novafeltria, no dell'Ausl al Pronto Soccorso. "Basta demagogia e opinioni prive di fondamento"

L'Ausl respinge la richiesta di un Pronto Soccorso a Novafeltria, sostenendo l'efficacia dell'attuale Punto di Primo Intervento

A cura di Redazione
19 ottobre 2023 12:35
Ospedale di Novafeltria, no dell'Ausl al Pronto Soccorso. "Basta demagogia e opinioni prive di fondamento" - Giù le mani dal Ppi di Novafeltria, no Cau - lo slogan
Giù le mani dal Ppi di Novafeltria, no Cau - lo slogan
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Arrivano le repliche dell’Ausl ai recenti interventi del sindaco di Novafeltria Zanchinie del comitato giù le mani dall’ospedale di Novafeltria. È la dirigente Tiziana Perin a evidenziare che sul territorio di Novafeltria “sia attivo un Punto di Primo Intervento (PPI), dotato di una specifica Unità Operativa Semplice con un suo responsabile, con una buona organizzazione che prevede medici dell’emergenza territoriale convenzionati e non convenzionati, che rispondono direttamente al Dipartimento di Emergenza”.

È presente inoltre “un medico di continuità assistenziale (guardia medica) che si sta formando sul campo (come già avviene in altri Presidi), sia nel Punto di Primo Intervento che presso il Dea di II livello per poter acquisire le competenze necessarie a trattare i pazienti in loco”.

Quest’organizzazione, rileva Perin, “ha dimostrato di essere in grado di rispondere alle esigenze del territorio in quanto nessun evento avverso ha interessato pazienti che hanno avuto accesso al Punto di Primo Intervento”, che “è in grado di gestire situazioni di emergenza urgenza”.

“Per quelle di maggiore gravità –argomenta Perin – quando il paziente arriva autonomamente, lo stesso viene stabilizzato sul posto con il supporto del medico rianimatore e del medico di emergenza urgenza per poi essere centralizzato verso il Dea di II livello di Rimini, tramite l’ambulanza in postazione”.

La centralizzazione avviene anche per i pazienti ricoverati che necessitino di un’intensità di cura più elevata di quella che può offrire l’Ospedale Sacra Famiglia, come avviene anche per l’Ospedale Franchini di Santarcangelo, l’Ospedale Ceccarini di Riccione e l’Ospedale Cervesi di Cattolica.

E si arriva al punto chiave: “La richiesta di un Pronto Soccorso presso l’Ospedale di Novafeltria è sbagliata”.

L’Ausl argomenta il no: “L’attività del Punto di Primo Intervento e della Rete dell’Emergenza Territoriale risponde in modo esaustivo alle esigenze della popolazione, sia per numero di accessi quotidiani che per la tipologia delle patologie che vengono gestite con le risorse presenti in Ospedale“.

“Novafeltria– evidenzia Perin –non potrà, al pari di tante altre realtà caratterizzate dall’essere ubicate in zone disagiate, avere un vero pronto soccorso dotato di tutte quelle discipline e competenze che gli consentono urgenze indifferibili e tempo dipendenti”.

“Pertanto chiedere di istituire un Pronto Soccorso senza l’esistenza delle Unità Operative di supporto alla sua attività equivale, di fatto, a fare solo demagogia. La denominazione non necessariamente è sostanza. L’organizzazione in rete consente di governare, senza difficoltà, le Emergenze potendosi avvalere di competenze e di percorsi in grado di integrarsi tra loro, questo sia in Italia che nel resto del mondo”, aggiunge Perin.

Un miglioramento dell’attuale organizzazione è comunque possibile, a livello di percorsi clinici, “con il potenziamento dell’assistenza territoriale attraverso la creazione di Un Cau”che, spiega Perin, “consentirà di rispondere alle esigenze della popolazione di questo territorio, sopperendo ad eventuali carenze”.

Ospedale di Novafeltria, Tamagnini:“Nessuna criticità. Bontà del piano in attuazione”

Mirco Tamagnini, Direttore del Distretto di Rimini, precisa che “Ausl Romagna si è subito attivata, dopo anche il confronto con la comunità locale, chiedendo formalmente alla Regione Emilia-Romagna una deroga per il mantenimento del Punto di Primo Intervento di Novafeltria in area interna particolarmente disagiata afferente alla rete dell’emergenza-urgenza accanto al Cau di prossima costituzione, nell’ambito della Cittadella della Salute in un’area prossima allo stesso Punto di Primo Intervento, che potrebbe essere individuata anche all’interno della Casa di Comunità”.

L’azienda pertanto“intende perseguire l’importante obiettivo del potenziamento dell’assistenza territoriale previsto da norme nazionali e regionali dando risposte concrete ai cittadini anziché diffondere, come fanno altri, opinioni prive di ogni plausibile fondamento che certamente non sono funzionali all’interesse della comunità”.

“Anche il confronto con i professionisti (l’ultimo in ordine di tempo nell’ambito del dipartimento cure primarie e medicina di comunità avvenuto giovedì 12 ottobre) non ha rilevato nessuna particolare criticità se non elementi utili a confermare la bontà del piano in corso di attuazione”, chiosa Tamagnini.

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